Fare tutto al massimo delle proprie possibilità è sempre un bene oppure può anche essere una condotta con delle conseguenze disfunzionali?
Ne hanno parlato Valentina Artoni & Alberto De Panfilis in questa terza puntata della Scuola Sbagliata, il Podcast di MetaDidattica.
In questo episodio:
Puoi ascoltare le puntate anche su Spotify e guardarle in versione video su YouTube.
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È la riflessione di questi ultimi giorni riguardo a ChatGPT e il suo utilizzo da parte di studenti.
ChatGPT è un prototipo di chatbot basato sull’intelligenza artificiale e sull’apprendimento automatico (machine learning) specializzato nella conversazione
con un umano.
Le sue applicazioni sono le più disparate: il gioco domande/risposte, riassunti di testi, traduzioni di testi difficili in concetti semplici, traduzioni in lingua diversa, creazione di codice,
generare saggi e temi e tante altre.
Ma indovinate un po’ che utilizzo ne fanno gli studenti? “Scrivi un riassunto dei Malavoglia”, “Scrivi un testo in cui si compara la poetica di Ungaretti con quella di D’Annunzio”, “Spiega le
differenze tra cellula vegetale e animale” e così via.
I testi sono attendibili, per lo più corretti e, a volte, sono proprio indistinguibili da testi scritti da persone umane. Al di là dei limiti naturali di ChatGPT (alcuni molto gravi come
inventare fatti da nulla o riprodurre odio e pregiudizi nei testi) è, dal punto di vista pedagogico, una grande potenzialità.
Cosa succederebbe se eliminassimo del tutto il conflitto, come a volte richiesto dal mondo lavorativo?
Ne hanno parlato Valentina Artoni & Alberto De Panfilis in questa seconda puntata del Podcast di MetaDidattica, La Scuola Sbagliata.
In questo episodio:
Puoi ascoltare le puntate anche su Spotify e guardarle in versione video su YouTube.
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