Ecco il decimo e ultimo video con le strategie per la gestione della classe.

Obiettivo: “Rinforzare l’autostima degli alunni”

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  1. Rosa 24 Dicembre 2012 at 14:19 - Reply

    Caro Alberto, questo ultimo suggerimento mi piace particolarmente in quanto ho notato che nel decidere (e talvolta, è vero, nello sforzarsi) di guardare al positivo dei nostri alunni, si finisce per “allargare” questa modalità anche alla nostra vita in senso lato intesa….e c’è da guadagnarne per tutti. Ma mi rimane una domanda, forse ingenua: io e tanti come me usciamo da tempi in cui il positivo era dato sempre per scontato, mentre sul negativo non si smetteva mai di puntare il dito….sia a livello scolastico ma anche educativo generale, a partire dalla famiglia. Eppure la mia generazione non è costituita da persone che necessariamente hanno per questo problemi di autostima. Da qui la domanda: non è che a furia di elogiare e elogiare, l’elogio perde di valore e quindi di efficacia ? Mi verrebbe da dire che conta di più il “come” viene fatto un rimprovero che “quanti” ne vengono fatti. Un rimprovero fatto male (giudicante la persona piuttosto che il compito) può “uccidere” molto di più che 10 rimproveri fatti bene.
    Spero di essermi spiegata.
    A conclusione di questo “percorso” a 10 tappe, ti ringrazio, ti saluto e rimango in attesa di altre proficue occasioni di confronto.
    BUON NATALE E FELICISSIMO 2013.

  2. Alberto 24 Dicembre 2012 at 14:36 - Reply

    Cara Rosa, innanzitutto grazie mille per i tuoi auguri che ricambio di cuore!

    Di certo sono d’accordo con te quando dici che “Un rimprovero fatto male (giudicante la persona piuttosto che il compito) può “uccidere” molto di più che 10 rimproveri fatti bene”…

    Per quanto riguarda il “centellinare” gli elogi per evitare che questi perdano di valore, non mi trovo molto d’accordo… ritengo che far crescere i bambini “dando per scontato” il positivo, finendo così per “puntare il dito” sul negativo, possa portarli a divenire adulti che si impegnano per evitare le brutte conseguenze del non fare, piuttosto che per godersi i piacevoli risultati dell’aver fatto…

    Un conto è sentirsi motivati verso le proprie attività perché non farle (o farle male) significherebbe andare incontro a qualche “rimprovero” (anche in senso lato), tutt’altro conto è corciarsi le maniche per il gusto di farlo, per gioire del proprio impegno e dei risultati che si otterranno.

    Tra l’altro, vedo il tutto molto vicino allo scegliere un lavoro per evitare di rimanere senza stipendio, piuttosto che sceglierne un altro per seguire le proprie passioni… che ne dici?

  3. Rosa 24 Dicembre 2012 at 17:39 - Reply

    Dico che credo di aver compreso il tuo pensiero, ma non riesco a vedere la relazione tra i due tipi di motivazione (fare per evitare un rimprovero o fare per il gusto di fare) e lo stile educativo di cui sopra (dar per scontato il positivo o invece sottolinearlo).
    Io sono un esempio di persona che appena ha potuto si è cercata un lavoro (inizialmente qualsiasi) “per non rimanere senza stipendio” perchè quella era una priorità (ho fatto davvero di tutto per guadagnare qualche soldino) ma che poi non ha smesso un solo istante di coltivare e perseguire la propria “vocazione professionale” che poi, col tempo e soprattutto con la perseveranza (il precariato ti garantisco che non è realtà solo di oggi), ho finalmente realizzato e di cui godo ogni giorno quando salgo i gradini della mia scuola anche alla luce dell’averla tanto desiderata. Eppure ho vissuto uno stile educativo, scolastico soprattutto, teso a mettere in evidenza SOLO il negativo che, tra l’altro, veniva spesso identificato con la persona, senza distinzione tra persona e compito. E come me un’intera generazione.
    Preciso però che al posto dell’espressione “centellinare” gli elogi, preferisco una modalità dove gli elogi più che misurati siano reali, cioè corrispondano DAVVERO e in modo SIGNIFICATIVO a qualcosa di positivo, senza diventare una valanga giornaliera di BRAVO la cui “portata” a volte esigua è percepibile anche dagli stessi alunni.
    Ma so che su questo tu concordi in quanto hai già ben precisato che gli elogi devono essere autentici e vissuti col cuore.
    Grazie del dibattito, sempre costruttivo.
    Ciao.

  4. Alberto 24 Dicembre 2012 at 17:47 - Reply

    Mi hai fatto venire in mente questa citazione: http://www.metadidattica.com/2011/09/22/motivazione/

    🙂

  5. Rosa 26 Dicembre 2012 at 10:52 - Reply

    Ricordo la citazione, la avevo anche già rubata… Se però il mio commento ti ha sollecitato questo richiamo, significa che non sono riuscita a spiegarmi. Sorry !
    Faccio un ultimo tentativo: con l’espressione “dare per scontato il positivo” ho inteso dire che il positivo veniva considerato dovuto e non degno di apprezzamenti perchè, per l’appunto, ovvio (es. non mi sono mai sentita fare dei complimenti perchè a scuola andavo sempre bene… era ritenuto ovvio…”ci mancherebbe anche che andasse male con tutto quel che si fa per lei”…in ambito scolastico invece i 6 o i 7 conquistati a fatica erano ritenuti ben poca cosa anche dagli insegnanti, quindi per nulla meritevoli di apprezzamenti, mentre gli 8 e i 9 quelli sì che valevano !!!). La mia espressione quindi non intendeva che il positivo viene dato per scontato nel senso che si ha una sorta di “fiducia di base” nelle potenzialità positive del nostro giovane in questione….Magari ai miei tempi fosse stata data per scontata questa positività implicita e incondizionata…
    Sono pienamente convinta che i bambini debbano essere considerati positivi A PRESCINDERE, sempre e comunque, e SOPRATTUTTO quando vanno male a scuola o hanno dei problami. Diceva Crepet che è facile stimare e apprezzare un giovane uscito da scuola con ottime medie, laureatosi a pieni voti, impegnato nel volontariato sociale…., ma è quando viene ripetutamente bocciato, si impantana in scelte rovinose e sbagliate, “fallisce” in continuazione e si fa “detestare” in mille modi che bisogna continuare a puntare… Se non lo fanno gli “educatori” (famiglia, scuola), chi lo farà per loro ??!!
    Spero di aver chiarito il mio pensiero e l’equivoco sull’espressione usata.
    Continuo a seguirti.
    🙂

  6. simona 31 Dicembre 2012 at 9:20 - Reply

    Ciao Alberto,
    volevo ringraziarti per le ricche opportunità che ci offri, utili a migliorarci e a farci riflettere.
    Condivido la tua scelta di vita che per i docenti diventa una risorsa molto importante. Non sono molto brava con le parole, ma ci tenevo a farti i miei più sinceri complimenti e il mio Buon Anno!
    Simona

  7. Alberto 31 Dicembre 2012 at 13:22 - Reply

    Ciao Simona,
    ti ringrazio di cuore per il tuo pensiero… sono contento che il mio impegno sia apprezzato e questo mi dà molta carica!
    Auguro anche a te un inizio d’anno all’altezza dei tuoi desideri.
    Un saluto,
    Alberto

  8. Anna 8 Gennaio 2013 at 16:40 - Reply

    Grazie Alberto,
    le riflessioni che ci hai offerto sono state veramente interessanti, non deludono. Mi è parso di tornare a quelle belle lezioni di PNL per il master.
    Ti auguro un anno ricco di cose belle e di successi.A presto.Anna

  9. Raffaella 8 Settembre 2014 at 19:40 - Reply

    Grazie per i suggerimenti!Le strategie presentate nei suoi video potrebbero diventare un decalogo importante per noi insegnanti.Ne farò tesoro!