Nel processo di apprendimento esistono due fasi importanti che precedono il momento in cui si giunge finalmente ad imparare qualcosa di nuovo: la confusione e la frustrazione.

È molto importante esserne consapevoli, altrimenti il rischio che si corre è percepire queste sensazioni come “negative” e non propedeutiche all’apprendimento.

Poter comunicare ai nostri studenti questo messaggio potrà contribuire a far ristrutturare loro la propria percezione di sé stessi e dei propri processi di apprendimento: da questo momento in poi sentirsi confusi (o frustrati) non rappresenterà più una sconfitta, ma una vittoria!

Published On: 03 Agosto 2013Categories: BlogTags: 9 Comments on Confusione e frustrazione: servono!

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  1. Francesca 3 Agosto 2013 at 18:07 - Reply

    Ciao! grazie per questa riflessione, mi ha fatto molto piacere ascoltarla, poiché sono concetti sui quali io stessa avevo riflettuto, analizzando il mio comportamento ogni volta che mi sono trovata e mi trovo di fronte a qualcosa di nuovo. E’ stato bello constatare come sia un processo comune! E’ stato bello sentire espresso in altre parole e da una fonte diversa, quello a cui ero pervenuta anche io!
    Penso sia davvero importante per persone che lavorano nel campo educativo, possedere concetti di metadidattica è un valido strumento per poter gestire comportamenti ai quali ad un occhiata superficiale non si saprebbe dare una spiegazione, e a cui quindi si reagirebbe in modo istintivo e non produttivo ai fini dell’apprendimento e della crescita! Comprendere invece quali siano i processi che determinano quegli specifici comportamenti, fa si che si possa essere una vera e propria guida per gli studenti divenendo un valido e concreto aiuto per il loro sviluppo!

  2. m.rosa e mauro 4 Agosto 2013 at 14:06 - Reply

    Ora che abbiamo capito l’importanza di essere consapevoli di queste sensazioni come propedeutiche all’apprendimento ci piacerebbe capire COME e CON QUALI PASSAGGI e/o tecniche si può incentivare il passaggio verso sviluppo e l’apprendimento

  3. Alberto De Panfilis 5 Agosto 2013 at 20:34 - Reply

    M. Rosa e Mauro, non è semplice fornirvi una risposta esauriente in queste poche righe.
    Esistono tanti modi per andare incontro allo sviluppo. Credo che il fattore comune di un apprendimento di qualità sia (per adulti e bambini) il DIVERTIMENTO.

    Riuscire a vivere con leggerezza le nuove esperienze e farne pratica attiva e concreta associandovi sensazioni positive, è la direzione in cui dirigere il proprio impegno.

  4. Claudia Paternoster 7 Ottobre 2013 at 15:51 - Reply

    “Credo che il fattore comune di un apprendimento di qualità sia, per adulti e bambini, il DIVERTIMENTO”.
    Questa è la soluzione; sono assolutamente d’accordo con te! Ma… quando si è costretti ad insegnare cose che non divertono affatto?

  5. Alberto De Panfilis 7 Ottobre 2013 at 16:05 - Reply

    Si potrebbe stimolare i ragazzi a trovare come potrebbero divertirsi grazie a quello che hanno imparato… non a divertirsi imparandolo! 🙂

  6. Carla 7 Ottobre 2013 at 18:39 - Reply

    Non si è + abituati a questi due stati, ancora meno alla fatica e al sacrificio per il raggiungimento di un obiettivo (vero).
    Xciò: SFONDI UNA PORTA APERTA!
    Buona strada (anche se in salita)
    : )))))

  7. miriam paternoster 8 Ottobre 2013 at 11:16 - Reply

    Grazie per questo audio. Non ci avevo mai pensato a preparare i ragazzi a questi due aspetti dell’apprendimento, penso che anche portare esempi di vita vissuta in prima persona (per esempio della nostra esperienza nell’imparare qualcosa…) sia utile per far capire quanto è giusto, normale e utile sentirsi così. Molto importante da sapere anche per i nostri figli, dai quali si tende a pretendere sempre di più che dagli alunni…

  8. rosa 9 Ottobre 2013 at 16:22 - Reply

    Servono eccome…condivido.
    Così come senza “aggressività” non si andrebbe alla conquista del mondo….senza “paura” non ci si proteggerebbe! Le connotazioni moralistiche alle emozioni solitamente sono costrutti culturali che rischiano di negativizzare qualcosa in sè invece che il suo eventuale utillizzo negativo. Ciao.

  9. Maria Tina 8 Dicembre 2013 at 11:39 - Reply

    Ho seguito con attenzione e man mano che Alberto spiegava, mi scorrevano davanti i visi dei miei alunni, i loro atteggiamenti, le loro frasi di scoraggiamento, il luccichìo negli occhi quando capiscono un concetto. Pertanto lunedì renderò consapevoli i miei piccoli allievi dei primi due gradini della scaletta (confusione e frustrazione) affinché il loro scoraggiamento iniziale non porti all’apatìa o – peggio – al rigetto dello studio! La cosa più importante è che essi capiscano che la confusione e il “non riuscire subito” fanno parte di un tutto, come i livelli di un video game: se non superi il primo livello non puoi andare al secondo e successivi. Grazie Alberto per il prezioso suggerimento!