Ma quante ne hai dovute sopportare quest’anno?!

Ce lo siamo già detti: il mestiere dell’insegnante è diventato una vera e propria corsa ad ostacoli ed è ormai tutt’altra cosa rispetto a quanto potesse essere fino a soli 10/15 anni fa… più il tempo passa, più ci troviamo a dover difendere con le unghie e con i denti quanto di prezioso resta del nostro mestiere.

Uscire indenni da questa corsa ad ostacoli è una vera e propria impresa e non sempre ce la facciamo… e qui, voglio lanciare un appello importante a te che leggi:

“Non dipende tutto da te!”

Purtroppo non è più una questione di volontà, di senso del dovere e di impegno: sono tante, troppe, le insidie che ci fanno inciampare… Il buon senso e la caparbietà, da sole, non riescono a metterci al riparo dalle cadute, a volte rovinose, che ci tocca sopportare. A volte, poi, rialzarsi richiede tanto tempo ed energia, risorse già impegnate nel cercare di portare avanti tutto (lavoro, famiglia, noi stess*…).

Assediati su più fronti

Come se non bastasse, subiamo “attacchi” diversi, su diversi fronti:

  • la società: “E che te lo dico a fare?”… il 2024 è distante anni luce dal 2014, che a sua volta era a stento paragonabile al 2004. E più andremo avanti, maggiore sarà lo scarto inter-generazionale. E, bada bene, non parlo necessariamente dello scarto generazionale tra Docenti e Studenti (anche quello pesa molto, ma lo vediamo sotto). Parlo anche dei “tempi che cambiano” e che a volte ci vedono impreparati ad una società che corre su binari diversi da quelli sui quali eravamo abituati a far procedere il nostro treno.
  • La Scuola italiana: alcune iniziative ministeriali possono disorientarci o lasciarci insoddisfatt*; sempre più spesso è difficile sentirsi rappresentati da un “sistema” che (non) assegna priorità come crediamo sarebbe opportuno.
  • La tua Scuola: non sempre diretta come vorresti (eufemismo?! 😏), la tua Scuola è un’organizzazione e, in quanto tale, vive di complessità sempre crescenti… e le/i Dirigenti molto spesso non hanno gli strumenti e le competenze adeguate per poter guidare efficacemente tale complessità. Mi accade ogni giorno di lavorare su questa complessità nei contesti aziendali e quello che ho notato è che i Dirigenti Scolastici, a differenza di quanto succede nelle Aziende, ignorano quasi completamente la possibilità di irrobustire la managerialità propria e del proprio staff e, ancor di più, quella di chiedere supporto in prima persona.
  • Le famiglie: è davvero necessario che scriva qualcosa? Oggi le Famiglie hanno uno stile educativo totalmente differente rispetto a soli dieci anni fa (non ci provo neanche a fare un paragone con il modo in cui i nostri Genitori si approcciavano alla nostra esperienza scolastica). Uno stile educativo per lo più iperprotettivo che alimenta un circolo vizioso molto, molto preoccupante.
  • Gli Studenti: posso dire che “Gli Studenti sono il frutto di tutti i punti precedenti”? Com’è cambiata la società, come (non) è cambiata l’Istituzione Scuola, come s’è evoluta la gestione delle singole Scuole e come le Famiglie stanno educando i propri figli e le proprie figlie, stanno facendo tutta la differenza del mondo…

E poi in mezzo a questa faticosa corsa ad ostacoli c’è un’ulteriore insidia, forse la più insidiosa delle insidie… una trappola con la quale è difficile fare i conti, con la quale dialogare è a volte un’impresa: te stess*!

Devi fare i conti con te stess*

Ultimamente mi sta capitando spesso di riutilizzare un’immagine che mi era stata proposta anni fa da un Partecipante durante un corso di formazione: “Il fosso si scava da due parti”. Con questa immagine, forse un po’ casereccia, credo si renda bene l’idea della responsabilità: è evidente, infatti, che se entrambe le parti alle prese con lo scavo del fosso si impegnassero a dare il proprio contributo si arriverebbe prima e meglio ad incontrarsi a metà strada.

È anche vero però che, se per il timore (o per la certezza) che l’altro non stia facendo la sua parte, smetto di scavare, i lavori sicuramente tarderanno.

Ad esempio, quando interagisco con qualcuno, il risultato della nostra interazione dipenderà in parte dalla mia responsabilità, in parta dalla sua. Pensiamo ad esempio ad uno scambio feedback: da un lato c’è chi dà il feedback, dall’altro chi il feedback lo riceve… se entrambe queste parti in gioco facessero del loro meglio, sarebbe l’ideale.
Non sempre però risulta possibile interagire con persone che abbiano tutti gli strumenti per interagire (“scavare”) nel migliore dei modi: quello che noi possiamo fare, allora, è impegnarci al massimo nel fare del nostro meglio!

Dipende ANCHE da te!

Ora, non dobbiamo cadere nella frustrazione di pensare che tutto dipenda da noi, perché te l’ho scritto fin dal principio di questo articolo: “Non dipende tutto da te…”. Però ti devo dire che “Dipende ANCHE DA TE!“.

E allora, un passo alla volta, da sol* o con un po’ di aiuto, so che puoi farcela!

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