curare l'aspetto fisico

“L’abito non fa il monaco”… ma gli consente di entrare in monastero!

Partiamo da questo presupposto: di certo il nostro aspetto fisico non rappresenta in modo diretto la nostra “vera” essenza, ma genera nei nostri interlocutori diverse sensazioni.

Come Insegnanti, cioè come professionisti delle relazioni, non possiamo trascurare questo aspetto della comunicazione… tutt’altro che un dettaglio!

Non esiste un unico modo per prendersi cura del proprio aspetto fisico, ma possiamo individuare due grandi errori che è bene evitare.

  • TRASCURARSI – Il primo grande errore consiste nel trascurare il proprio aspetto fisico, lasciando spazio a derive legate all’età, al proprio ruolo, all’estrazione sociale, alla propria situazione sentimentale… e chi più ne ha, più ne metta.
    Prendersi cura del proprio aspetto fisico non comporta necessariamente il cadere nell’eccesso opposto: dobbiamo stare attenti a non raccontarci la storia che “…preferisco dare importanza ad altri aspetti della mia vita, anziché perdere tempo nel farmi bella/o”. Così facendo, cadremmo con tutte le scarpe nella trappola del “Vero, falso, terzo escluso”, che ci porterebbe a considerare la cura degli aspetti intellettuali della nostra persona, come escludente l’attenzione verso l’aspetto fisico (e viceversa). È bene prendere in considerazione che invece è possibile dedicarsi ad entrambe le cose: posso nutrire il mio cervello e, contemporaneamente, prendermi cura della mia persona anche dal punto di vista estetico.
    Un’immagine trascurata comunica poca cura anche negli altri aspetti del nostro lavoro, facendoci scontare gli effetti del cosiddetto effetto alone: immaginiamo una goccia di vino che cade su una tovaglia, producendo appunto un alone. Allo stesso modo, il nostro aspetto esteriore (la goccia) influenza la percezione che i nostri interlocutori hanno di noi, su tutta una serie di altre caratteristiche (l’alone, appunto). Una persona di aspetto curato, in prima impressione, viene percepita anche più intelligente, competente ed affidabile. C’è qualche nesso tra queste ultime qualità e la “bellezza”? Certo che no, ma solo dal punto di vista razionale… sappiamo benissimo che la partita della prima impressione si gioca sul campo delle sensazioni, non su quello delle informazioni.
    Oltre a queste prime riflessioni legate alla prima impressione, non prendersi cura di sé può a volte (molto più spesso di quanto non si pensi) sfociare in conseguenze che vanno oltre i primi minuti di contatto: mi è capitato davvero spesso di confrontarmi con Insegnanti in difficoltà a causa dell’odore sgradevole di alcuni Colleghi. Dobbiamo prendere in considerazione l’eventualità che, qualche volta, quel Collega con l’odore “piccante” potremmo essere stati anche noi! Non è così scontato essere consapevoli dei propri odori: nella maggior parte dei casi, quando abbiamo un po’ di alito “pesante” o un’ascella particolarmente “vivace”, siamo tra gli ultimi ad accorgercene. Per questo motivo è molto importante prenderci cura della nostra igiene personale, del nostro aspetto e, perché no, coltivare le nostre relazioni più profonde in modo da poter avere la confidenza di chiedere a qualche buon amico anche un feedback olfattivo circa i nostri odori.
    Un ultimo aspetto da non sottovalutare: un aspetto trascurato può prestare il fianco a prese in giro poco piacevoli. Se da un lato sosteniamo l’importanza dell’inoffendibilità, dall’altro dobbiamo stare attenti a non alimentare un alibi che giustifichi la nostra trascuratezza.
  • IPER-CURARSI – Se da un lato è bene stare attenti a non risultare trascurati, dall’altro è molto importante non cadere nell’errore esattamente opposto, quello cioè che ci porta a coltivare uno stile estetico poco adeguato al contesto scolastico. Il nostro abbigliamento e gli accessori che indossiamo hanno la capacità di sottolineare la nostra presenza. In alcuni casi, però, la sottolineatura può diventare talmente marcata da sfociare in una presenza urlata.
    A questo punto dobbiamo fare appello al fenomeno della competizione sessuale, caratteristico della prima impressione: se interagiamo con un individuo del nostro stesso sesso che non ci conosce, sottolineando molto la nostra presenza (con scollature vistose, con un abbigliamento eccessivamente curato, un trucco molto “carico”, utilizzando tanto profumo, ecc.), genereremo molto probabilmente una sensazione poco gradevole. Mi è capitato moltissime volte di interagire con Insegnanti davvero abili ed entusiaste, quasi “emarginate” dalle proprie Colleghe (anche) a causa di un abbigliamento non calibrato al contesto Scuola. L’esempio l’ho riportato al femminile (vista la netta predominanza delle donne nel mondo scolastico), ma vale allo stesso modo per gli uomini.
    Oltre agli effetti appena descritti, curare “troppo” il proprio aspetto rischia di distrarre dal resto, impedendoci di valorizzare come vorremmo la nostra professionalità.

In generale, una riflessione che ritengo importante riguarda il rischio di trincerarsi dietro alla giustificazione “Sì, ma questo è il mio stile!”. Nessuno, ovviamente, potrà mai asserire che coltivare un proprio stile sia sbagliato, ma finire per rendere il proprio stile una gabbia dalla quale non riusciamo ad uscire è un’altra storia! Mi fa piacere richiamare alla tua attenzione la differenza tra preferenze e resistenze. Una differenza che fa la differenza!

E tu cosa ne pensi? Tra i due errori, quale ritieni che possa essere per te un’area di rischio più probabile? Quale ritieni tu debba presidiare maggiormente?

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