apprendimentoL’apprendimento è un processo tutt’altro che lineare: come esperti del cambiamento, protagonisti in prima linea del nostro e facilitatori di quello vissuto dai nostri studenti, dovremmo conoscere quello che mi piace definire “il paradosso dell’apprendimento”.

Parto con un proverbio cinese al quale sono molto affezionato: “Le tegole che ti ripareranno dalla pioggia è bene che tu le costruisca quando c’è il sole”. Nelle parole di questo adagio tradizionale è conservato il germe del paradosso di cui ti parlerò in questo articolo.

È evidente che, quando siamo in crisi, è molto più difficile riuscire ad apprendere. L’apprendimento, eventualmente, arriva DOPO una crisi, NEL MEZZO invece siamo intenti a parare il colpo. D’altro canto, quando siamo nelle migliori condizioni per apprendere, è possibile che accada qualcosa di “poco simpatico”: pensiamo a tutt’altro fuorché ad apprendere. Insomma, quando batte la pioggia abbiamo una forte esigenza di tegole ma non siamo nelle condizioni ideali per costruirle, quando splende il sole ci viene spontaneo pensare a tutt’altro e goderci il momento.

Come possiamo, allora, rompere questo circolo vizioso? Quello che possiamo fare è dare un’occhiata ad un concetto molto basilare legato alla gestione del tempo. Ma perché dedicarci alla gestione del tempo quando vogliamo invece ragionare sull’apprendimento? Partiamo da un modello che viene attribuito ad Eisenhower: la cosiddetta matrice delle priorità.

URGENTENON URGENTE
IMPORTANTEImportante e urgenteImportante e non urgente
NON IMPORTANTEUrgente ma non importanteNon importante nè urgente

Come puoi vedere, abbiamo a sinistra le attività urgenti, a destra quelle non urgenti. In alto le attività importanti, in basso le attività non importanti.

Sull’urgenza credo che non abbiamo grossi dubbi: un’attività urgente la riconosciamo perché ha una scadenza a breve termine. Va da sé che un’attività non urgente abbia una scadenza di medio lungo termine oppure potrebbe non avere una scadenza ben precisa.

Solitamente sul distinguere il grado di importanza delle attività facciamo un po’ di fatica in più: un’attività importante, volendo semplificare di molto il concetto, è un’attività che possiamo portare avanti soltanto noi, in prima persona. È un’attività che apporta valore aggiunto al nostro lavoro o alla nostra vita personale. Un’attività importante, non possiamo delegarla a nessuno. Un’attività non importante invece è una tipologia di attività che potremmo delegare, a qualcuno oppure ad una tecnologia: volendo fare un esempio, mettere in ordine un archivio di dati potrebbe essere un’attività urgente (perché magari caratterizzata da una scadenza) ma non importante, perché ripetitiva, meccanica, eseguibile quasi da chiunque.

Dall’incrocio di queste categorie (urgente e non urgente da un lato e importante e non importante dall’altro), definiamo quattro tipologie di attività:

  • importanti e urgenti: sono quelle attività che possiamo svolgere soltanto noi in prima persona e che hanno anche una scadenza a breve termine.
  • Importanti ma non urgenti:  attività che possiamo svolgere soltanto noi in prima persona, ma che non hanno una scadenza imminente.
  • Urgenti ma non importanti: sono quelle attività meccaniche, ripetitive, potenzialmente delegabili, che però hanno una scadenza a breve termine. Hanno la particolarità di mangiare il nostro tempo in modo molto vorace.
  • Non importanti e non urgenti: sono attività evitabili o posticipabili.

L’apprendimento, sia nelle sue forme più complesse che in quelle più specifiche, possiamo identificarlo come un’attività importante ma non urgente.
Infatti è qualcosa che possiamo fare soltanto noi in prima persona (non avrebbe senso delegare il nostro apprendimento a qualcun altro) e che non ha una particolare urgenza. Per esempio, non imparare a gestire una certa situazione in classe, a brevissimo termine probabilmente non comporterà per me un grande disagio: sono infatti arrivato fino a quel momento senza conoscere quell’approccio o quella tecnica.

È anche vero che tutte le attività importanti ma non urgenti, se rimandate a lungo, potrebbero diventare anche urgenti! E lo sappiamo che lavorare o apprendere sotto urgenza, innesca il paradosso di cui abbiamo parlato fin dall’inizio di questo articolo.

Cosa fare allora per uscire da questo circolo vizioso? Beh, possiamo gestire al meglio il nostro apprendimento basandoci su uno degli insegnamenti basilari della gestione del tempo: le attività importanti ma non urgenti vanno programmate! Il rischio altrimenti è che queste vengano scalzate continuamente dalle urgenze!

Per farti un esempio che mi riguarda, la scrittura del libro La cultura del feedback (se non l’hai letto, clicca qui e acquistalo…) è stata per tanto tempo un’attività che ho rimandato: è infatti un’attività importante (potevo condurla soltanto in prima persona) ma non aveva un’urgenza specifica. Non avevo alcun editore che mi stava col fiato sul collo perché io finissi di scrivere il manoscritto.

Anche il mio terzo percorso universitario lo annovererei tra le attività importanti (dato che posso occuparmene solo io) ma non urgenti (non ho una scadenza entro la quale conseguire questo terzo titolo universitario): l’ho quindi rimandato e posticipato diverse volte in passato. Da quando ho iniziato a programmare il mio percorso di studi, sono riuscito a non cadere nella trappola e nel paradosso dell’apprendimento.

Ecco quindi che questo articolo vuole essere anche un invito operativo per te, non soltanto una fonte di riflessione: la domanda che voglio porti è questa: quali apprendimenti per te sono importanti ma non urgenti? E poi ti chiedo: li hai programmati? Hai una pianificazione precisa?

Quando c’è il sole non abbiamo l’esigenza impellente di apprendere, ma possiamo sfruttare la serenità e la lucidità del momento per pianificare in maniera funzionale il nostro percorso. Ecco perché, se ti interessa l’attività che MetaDidattica porta avanti ormai da più di 10 anni, e vuoi formarti con noi, ti invito a consultare il calendario dei nostri corsi in partenza a fine settembre per programmare le tue attività di formazione.

In alternativa, puoi anche programmare un percorso di coaching individuale da settembre, per avviare l’anno nel migliore dei modi ed avere il sostegno che senti di meritare.

Per approfondire

Published On: 18 Luglio 2021Categories: BlogTags: , Commenti disabilitati su Il paradosso dell’apprendimento

Condividi l'articolo sui social

Ti potrebbe interessare…

Lascia un commento