Uno degli stratagemmi più utili per il nostro lavoro di Insegnanti a Scuola è quello di spegnere il fuoco aggiungendo legna.
Questo “trucchetto”, che in alcune occasioni magari già fa parte delle nostre strategie, risulta decisamente valido anche in quelle occasioni per le quali ci sembra di non riuscire a trovare soluzione.
Nel prossimo articolo, che pubblicherò fra due giorni, troverai un’applicazione pratica di questo stratagemma, che ho suggerito di applicare in classe ad una Docente del gruppo facebook degli Sperimentatori MetaDidattica.
Intanto, nelle prossime righe ti propongo un estratto dell’interessantissimo libro Cavalcare la propria tigre, di Giorgio Nardone, che descrive con efficacia gli effetti “dirompenti” di questo stratagemma.
“Spegnere il fuoco aggiungendo legna” […] Se ci si sofferma, anche solo per un attimo, a rifelttere su questa immagine, scopriamo quanto sia geniale e feconda. Violando il buon senso comune, ci fa notare come per spegnere un fuoco la soluzione più rapida sia aggiungere legna fino a soffocarlo. Una volta compresa, questa cosa ci appare ovvia e naturale, ma sino a un attimo prima ci sembrava un modo per peggiorare la situazione: la logica ordinaria ci avrebbe spinto a togliere la legna. La logica del paradosso ci mostra come vero e falso possono sovrapporsi e integrarsi. Il falso diventa vero, il vero diviene falso. Quello che in apparenza conduce in una direzione, oltre un certo livello produce il suo opposto. […]
Il lettore faccia un semplice esperimento: fissi un’idea in mente e cerchi di pensarla più intensamente che può. Dopo poco si renderà conto che l’idea sfugge e la mente va altrove. Questo è un effetto paradossale concreto: annullare una cosa accrescendola sino al punto di rottura. Alimentare per ridurre. Provocare per inibire.
[…]
Altra applicazione, in questo caso interpersonale, dello “spegnere il fuoco aggiungendo legna” è quella che ha lo scopo di cambiare il fastidioso comportamento di una persona che ci biasima o ci riprende continuamente per i nostri difetti. In questa situazione sarà sufficiente ringraziare ogni volta il nostro detrattore per l’aiuto che ci sta offrendo, chiedendogli di farlo ancora meglio nel nostro interesse. Di solito, questa richiesta blocca immediatamente le critiche. L’applicazione più straordinarie di questa variante agisce nelle relazioni di coppia, quando uno dei due biasima o aggredisce verbalmente l’altro. In questo caso, si suggerisce alla vittima di guardare dolcemente il partner ed esclamare sorridendo: “Sai caro, quando fai così mi piaci ancora di più! Mi fai venire i brividi per l’eccitazione!… Ti prego, fallo ancora!”
Se io ce l’ho con qualcuno e lo biasimo, non posso accettare che la cosa gli faccia piacere, e quinid sono “costretto” a interrompere il mio attacco.
[…]
Nella tradizione cinese questa tattica è definita “Lanciare il mattone per avere indietro la giada”, che è una delle varianti del nostro stratagemma applicabile anche a tutte quelle situazioni in offrire la giada sortisce l’effetto di ricevere dei mattoni in testa […].
Un altro settore in cui l’applicazione di questo stratagemma è fondamentale è l’educazione dei figli, campo in cui questo trucco risulta di particolare efficacia sia per correggere comportamenti indesiderati che per favorire l’apprendimento (Fiorenza, 2001). In questo campo vale la regola “Prescrivere per annullare e frustrare per ottenere”. Se voglio far cessare un comportamento provocatorio, chiederò a mio figlio di esibirsi dietro mia richiesta più volte al giorno in tale atteggiamento: a ogni esibizione applaudiremo come se fossimo al circo. Se, invece, voglio ottenere qualcosa e lui si rifiuta o, seplicemente, non ne ha voglia, sarà molto efficace proporgli: “Sai, avrei voluto questo da te, ma credo che tu non sia in grado di farlo!”.
Anche il più indolente dei ragazzi non può accettare questa frustrante provocazione e, per dimostrare che non corrisponde al vero, farà quello di cui noi l’abbiamo definito incapace. Non solo, ma alla fine si sentirà vittorioso nei nostri confronti e quindi anche soddisfatto. Questo è forse l’esempio più illuminante del “Lanciare il mattone per avere indietro la giada”.
[…]
La logica paradossale che sta alla base di questo stratagemma rappresenta bene l’essenza del pensiero strategico, perché infrange la logica ordinaria spiengendola oltre i limiti. È necessario, però, usare questa logica paradossale con estrema cautela.
L’arte dello stratagemma richiede notevoli abilità intellettuali e pratiche che si ottengono solo mediante un addestamento prolungato. Non si nasce artisti, lo si diventa coltivando i propri talenti, spingendosi oltre i propri limiti.
… grandioso!
Ho trovato l’articolo molto interessante e rispondente alla realtà; adotterò questo stratagemma. Grazie
….paradossale e pertanto …mi piace! Ci proverò…
Sono strategie molto efficaci. Io uso anche ” Prescrivere il sintomo”, cioè confermare fortemente il problema che si presenta in modo da mettere in atteggiamento conflittuale con se stesso il bambino o l’ adulto di turno. Attendo prossimo suggerimento. Tutto è perfetto per creare armonia e responsabilità nei bimbi. Grazie!
Voglio provarci anch’io…Oggi pomeriggio i miei bimbetti , anzi no, vogliono essere chiamati ragazzi, di quarta elementare erano particolarmente eccitati e non riuscivo a farli lavorare(era un’attività di laboratorio) con tranquillità… Vi farò sapere.
Ottimo suggerimento, proverò a scuola e nella vita di tutti i giorni, grazie
TUTTO MOLTO INTERESSANTE,DA METTERE SUBITO IN PRATICA!
Purtroppo devo smentire la tattica del:mi piacerebbe tanto che per una sera tu alla mia richiesta di lavarti i denti e andare a letto, mi rispondessi: certo mamma, lo faccio subito!Ma so già che nn ne sei capace! Risposta:infatti, nn lo faccio perché me lo hai chiesto e io nn voglio andare a letto, altrimenti Vinci tu! Mia figlia ha solo8anni!
Grazie a tutte per i preziosi commenti!