I compiti in classe e le interrogazioni comportano in quasi tutti gli studenti una componente di ansia più o meno forte, collegata alla paura del fallimento e dell’insuccesso. Ma per un soggetto con un autostima debole, come spesso riportano i ragazzi con disturbo specifico, anche la sola paura che tale insuccesso possa verificarsi può rappresentare un trauma abbastanza grave, per questo a volte si innescano dinamiche fortemente ansiogene legate alla scuola che concorrono ad aggravare situazioni già a rischio e il perpetuare dei circoli viziosi poco funzionali.
A volte infatti, purtroppo, il gruppo classe si trasforma in un luogo di disadattamento sociale e affettivo, a causa anche di dinamiche fortemente competitive tra gli studenti, che concorrono appunto ad alimentare quel circolo vizioso e i vissuti ansiosi di molti alunni.
Risulta dunque di importanza cruciale rendere la scuola un posto sicuro dove lo studente possa sperimentarsi serenamente senza avere il timore di essere giudicato e senza dover entrare in competizione con l’altro.
Per rendere possibile tutto ciò risulta fondamentale prima di tutto andare a sostituire la competizione con la collaborazione tra pari, all’interno della quale ogni differenza individuale costituisce un valore aggiunto e motivo di apprendimento per l’altro, facilitando la consapevolezza dei propri e degli altrui punti di forza e di debolezza in un’ottica compensativa. In questo modo si accrescono sia i livelli di autostima degli studenti, sia la percezione positiva della classe e della scuola come una comunità educante in cui crescere serenamente, in modo equilibrato, in cui conoscere l’altro e se stesso, senza il timore di essere giudicati o di fallire, sviluppando le proprie capacità e potenzialità.
Un altro elemento importante per ridurre il vissuto di ansia relativo alla scuola, in particolare alle prove di verifica, è quello di definire a priori con gli studenti il tipo di prova cui saranno sottoposti: elencare chiaramente tutti gli argomenti che saranno oggetto di verifica, aiutandoli, specialmente in fase iniziale del percorso, a capire dove trovare il materiale da consultare per prepararsi (quale libro, quali pagine, quali materiali aggiuntivi), spiegare in modo chiaro come si svolgerà la prova, quindi se sarà orale o scritta, a risposta chiusa o aperta, quanto tempo avranno a loro disposizione e quali saranno i criteri di valutazione.
Momento prezioso inoltre risulta essere quello della restituzione da parte dell’insegnante, che non si deve esplicitare soltanto con la mera comunicazione del voto, ma che, in ottica di una valutazione formativa, deve essere particolarmente attenzionato. Si dovrebbe spiegare allo studente, iniziando sempre da ciò che ha eseguito correttamente, cosa ha fatto bene, e dove invece ha commesso degli errori e sono emerse delle lacune, cercando di giungere insieme alla scoperta delle cause che li hanno generati, in modo tale da procedere con degli utili consigli ed eventualmente modificare la didattica o le prove future.
Va ricordato sempre di non demonizzare gli errori commessi dallo studente, chiarendo a quest’ultimo che gli stessi errori, e il loro superamento, fanno parte del processo di apprendimento e che hanno dunque una valenza positiva, perché è attraverso l’identificazione di questi e delle loro cause che è possibile ampliare le proprie conoscenze e competenze.
Articolo scritto da Alessandra Petrella
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