Insegnanti, come fare per partire col piede giusto il primo giorno di scuola?

 

Come riuscire a giocarsi al meglio la possibilità di fare un’ottima prima impressione nei confronti della classe?

 

Ecco perché prestare così tanta attenzione ai primi minuti di contatto con i nuovi (e vecchi) studenti…

Il 3 febbraio scorso (…sì, esatto, proprio il 3 febbraio!) Angelo, un giovane insegnante di ventitre anni, mi ha inviato una richiesta molto interessante riguardo il primo giorno di scuola.

L’ho conservata nel cassetto per più di sei mesi, aspettando questo periodo immediatamente precedente la riapertura dell’Anno Scolastico. Ecco cosa mi ha scritto Angelo:

Ciao mi chiamo Angelo e ho 23 anni,ti volevo fare i complimenti per i video sopratutto per quello dei 10 consigli.
Volevo farti delle domande,come presentarsi alla primissima lezione?Mi chiamo bla bla bla….. etc etc mi spiego meglio qual’è l’atteggiamento giusto da usare per non risultare noiosi e spezzare la barriera di dialogo su una classe di 20 alunni?
perché vista la mia giovane eta’ non ho avute molte esperienze e sinceramente la presentazione mi interessa molto sopratutto per dare una buona impressione agli alunni.
Sopratutto come non cadere in atteggiamenti noiosi? mi spiego meglio,magari una volta che mi presento potrei far presentare gli alunni?o semplicemente iniziare la lezione?sarebbe bene farlo o evitare le presentazioni visto il numero elevato di alunni,inoltre visto che dovro’ insegnare in classe da solo come docente di recupero quindi poche ore,quali atteggiamenti o accortenze dovrei seguire per dare senso di sicurezza e autorita’(non troppo severa) per far si che venga anche diciamo in parte rispettata la mia figura di insegnante?
Scusa gli errori e se sono stato troppo lungo ma credo che una persona cosi aperta e sopratutto esperta come te possa rispondere in modo efficacie (magari con un video)
Grazie scusa ancora del disturbo ciao ciao

 

Non disturbi affatto, Angelo… anzi! Mi fa davvero molto piacere ricevere messaggi come il tuo, visto che denotano un’attenzione preziosa nei confronti del proprio lavoro.

Ma siamo sicuri che tutta questa attenzione ad un singolo giorno di lezione (il primo) non sia eccessiva?

 

Le neuroscienze ci dicono che no, non siamo di fronte ad una preoccupazione maniacale buona soltanto alla cura del dettaglio: la prima impressione conta, eccome!

Nella regione più interna (e perciò evoluzionisticamente parlando più antica) del nostro cervello è presente una regione chiamata sistema limbico. Al suo interno si trovano due porzioni cerebrali chiamate amigdale, che possiamo pensare come il nostro sistema di allarme. L’amigdala, infatti, si attiva quando avvertiamo la presenza di una minaccia (reale o presunta).

 

Quando incontriamo per la prima volta uno sconosciuto, il sistema limbico va sul “chi va là”, valutando quasi istantaneamente tre caratteristiche della persona che ci troviamo davanti: la cordialità, la dominanza e la compatibilità sessuale. Più che valutazioni dovremmo parlare di sensazioni, visto che si tratta di dinamiche mentali che non arrivano ad interpellare processi cognitivi volontari. Tutti abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita una sensazione “a pelle” di affinità (o al contrario di repulsione) nei confronti di qualcuno incontrato soltanto da pochi istanti.

Queste “prime impressioni” ci hanno permesso di sopravvivere come specie: riuscire a “sentire” in pochi secondi il pericolo di una situazione minacciosa, anziché dovervi riflettere cognitivamente (impiegando quindi molto più tempo), ci ha letteralmente salvato la vita.

Questi meccanismi sono talmente tanto radicati che non possiamo ignorarli, sia quando siamo noi a viverli, sia quando invece ci stiamo giocando la “prima impressione”.

 

Anche nei confronti del nostro rapporto con la classe può fare davvero la differenza: tenere in considerazione alcuni accorgimenti durante i primi minuti di contatto con i nuovi studenti (e con quelli salutati qualche mese prima), potrà renderci il lavoro di un intero anno scolastico più semplice, efficace e ricco di soddisfazioni.

 

Nei prossimi giorni pubblicherò alcuni video (simili a quelli della serie del Coltellino Svizzero) nei quali ti suggerirò qualcosa di semplice da fare per sfruttare a tuo vantaggio (e quindi a vantaggio di tutta la classe) gli effetti della prima impressione: le strategie che ti proporrò avranno molto a che fare con l’atteggiamento da tenere e con il modo di comunicare.

 

Prima di darti appuntamento al primo video, vorrei chiederti un piccolo contributo: sono sicuro che molti di voi hanno già sperimentato ottime strategie per rompere il ghiaccio, per conoscere gli studenti, per farli conoscere tra loro e farsi conoscere come insegnante: mi farebbe molto piacere se ciascuno di voi riportasse (come commento a questo post) i propri modi di “aprire l’anno”… saranno un arricchimento di valore per tutti i lettori.

 

Grazie in anticipo e… buon inizio! 🙂

_________________

 

Ecco i link a tutti i video “COL PIEDE GIUSTO” pubblicati (nei giorni successivi a questo post):

 

1) COL PIEDE GIUSTO – Il primo giorno di scuola

2) COL PIEDE GIUSTO – La prima impressione

3) COL PIEDE GIUSTO – La stretta di mano

4) COL PIEDE GIUSTO – Vendersi alla classe

5) COL PIEDE GIUSTO – Ridistribuire la responsabilità

6) COL PIEDE GIUSTO – Le regole del gioco

7) COL PIEDE GIUSTO – Cosa faremo e come lo faremo

8) COL PIEDE GIUSTO – Dìvide et impera

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  1. Marialuisa Bagatella 25 Agosto 2013 at 9:35 - Reply

    Anch’io, come il giovane insegnante, penso che il primo giorno sia importante: con i vecchi alunni sarà la ripresa di un dialogo interrotto a giugno, con i nuovi alunni sarà l’inizio di un cammino.
    Il primo giorno della prima, dopo aver completato i saluti con i genitori (con i quali è bene avere avuto già precedenti contatti per tranquillizzarli, a tal proposito un progetto accoglienza è utile!) è importante dedicarlo a conoscersi.
    Attività ludiche dedicate a conoscersi: per esempio imparare i nomi di tutti giocando con la palla.
    Oppure mi chiamo……e mi piace…….
    Altra attività interessante è preparare una bibliografia dedicata ai primi giorni di scuola: ansie, paure, aspettative. La lettura di un buon libro tutti insieme dopo una giornata di dialoghi e giochi può aiutare a distendersi e avviare un filo conduttore per il giono successivo.
    Penso sia importante non farsi prendere dal panico, pur avendo progettato un percorso di inizio anno, sarà importante osservare e documentare cosa dicono i bambini e come si relazionano tra loro e con gli insegnanti.

  2. rosa 25 Agosto 2013 at 21:20 - Reply

    dopo 30 … il primo giorno di scuola crea sempre ansia ,perplessita’ ,anche se le colleghe con cui lavori da piu’ di 20 anni ti danno sicurezza ,pensi ad una frase per accogliere i genitori ,pensi ad una poesia ,ad una filastrocca(ogni anno diversa),pensi rendere l’ambiente accogliente cartelloni ,bandierine , ,palloncini ,poi ricordare con i grandi la canzone dell’anno precedente ,una storia ,,,, l’accoglienza nella scuola dell’infanzia e’ AMORE ,E’ GIOIA ,E’ PASSIONE da donare ai piccoli allievi ….

  3. ANNA MARIA LOPICCOLO 25 Agosto 2013 at 22:35 - Reply

    L’ACCOGLIENZA è UN MOMENTO IMPORTANTE E EMOZIONANTE PER I BAMBINI MAANCHE PER I DOCENTI,UN CLIMA SERENO,ACCOGLIENTE,SORRIDENTE,INCORAGGIA E DA’ SICUREZZA AL BAMBINO.SAPER DONARE UN SORRISO èACCOGLIENZA , APERTURA, DISPONIBILITA’ PER ME OLTRE AL GIOCO DEI NOMI E QUINDI IL PRESENTARSI, SI PUO’ INVITARE I BAMBINI A RACCONTARE COME HANNO TRASCORSO LE VACANZE E DOVE UN MODO PER FARE SCIOGLIERE LA TIMIDEZZA POI GIOCHI CANTI CHE CIONVOLGONO I BAMBINI A INCOMINCIARE A RELAZIONARE

  4. Laura 26 Agosto 2013 at 14:17 - Reply

    da più di 10 anni precaria alle superiori. Il primo incontro con ogni nuova classe (a volte 5 classi, più di 90 alunni in un solo giorno) è importante e faticoso. Difficile per me pianificarlo con un lavoro simile a quello letto nei post precedenti (scuola primaria, immagino).
    Ma respiro profondamente, mi rilasso e poi sorrido. Uno squillante “Buon giorno!” e concentrazione al massimo per captare i segnali di ritorno dai ragazzi. Mi presento e poi cerco di conoscere chi mi sta davanti… il come lo decido al momento A volte il classico appello stando seduta alla cattedra, a volte chiedo i nomi in ordine di banco, stando seduta, oppure in piedi o anche muovendomi tra i banchi. Infine inizio una prima lezione che definirei “chiccchierata” (da parte mia) con esercizi divertenti, domande facili (no, non è vero: le domande di matematica non sono mai facili!) presentazione del programma, spazio alle domande degli alunni.

  5. Marisa Vannoni 26 Agosto 2013 at 15:03 - Reply

    Ho sempre ritenuto il primo giorno di scuola molto, molto importante ( come ho letto nel vostro articolo )ma in particolare il primo giorno della prima classe. È proprio in quei primi minuti che ti giochi gran parte del tuo rapporto con bambini e genitori. Io amo riunirli tutti e dopo i dovuti saluti ci mettiamo in cerchio e consegno loro ( genitori) un testo che ho trovato anni fa nel libro “brodo caldo x l’anima” dal titolo ” lettera alla maestra di prima di mia figlia” . La leggo insieme a loro e questo ha sempre creato una stupenda empatia, poi i genitori ci lasciano e iniziamo a conoscerci non prima di aver festeggiato con una grande torta e la prima candelina spenta

  6. Dino 27 Agosto 2013 at 13:17 - Reply

    È tutto molto semplice! Io mi presento come sono, con i pregi e i difetti, spiegando qualcosa della mia vita e dei miei interessi. Con i ragazzi non bisogna assolutamente mettere una maschera, ci vuole molta coerenza e sincerità. Ti sapranno accettare per quello che sei veramente. All’inizio, nessun elenco di regole e divieti! Per quelle c’è sempre tempo!

  7. Antonio 29 Agosto 2013 at 22:08 - Reply

    Prima di entrare faccio un bel respiro profondo, preparo un bel sorriso, mi distendo mentalmente verso l’alto e nello spazio circostante, saluto dicendo “buongiorno e benvenuti in questa classe; sono il vostro insegnante di musica, passeremo insieme tre anni e quindi è giusto dedicare la prima lezione a conoscerci un pò”. Dico il mio nome, dico loro che mi piace la musica e che sono fortunato perchè la mia passione coincide con il mio mestiere. Poi chiedo a ciascuno il nome girando per i banchi e cercando un breve contatto visivo per comunicare accoglienza e simpatia a ciascuno. Infine presento la mia materia e porto i ragazzi in aula magna dove c’è un pianoforte; facciamo insieme una canzone e poi faccio provare lo strumento brevemente ad ognuno. E’ un metodo che crea subito feeling e voglia di fare musica.
    Condivido con Dino l’idea che le regole e i divieti non vanno messi al primo posto; così la luce della curiosità e del desiderio di sapere, lascia il posto all’ansia e alla preoccupazione. Meglio pensare agli alunni come dei collaboratori nel laboratorio della conoscenza.

  8. Alberto De Panfilis 4 Settembre 2013 at 16:15 - Reply

    Grazie a tutti per i vostri commenti…

    Mi piacerebbe chiedere a Marisa se volesse condividere con noi quella lettera di cui parla.

    Puoi trascriverla direttamente qui sotto, oppure inviarmela via mail (info@metadidattica.com): provvederò io a pubblicarla e a proporla come utile strumento di contatto i genitori degli studenti.

    Grazie ancora…
    Alberto

  9. Emy 18 Agosto 2014 at 23:18 - Reply

    Sono una giovane maestra appena laureata e la mia ansia da primo giorno di scuola – dall’altra parte della cattedra – cresce sempre di più con l’avvicinarsi dell’inizio dell’anno scolastico! Questi video cadono a pennello, grazie Alberto 🙂

  10. Alberto De Panfilis 20 Agosto 2014 at 16:14 - Reply

    Grazie a te per l’interesse e la tua voglia di metterti in gioco, Emy.

    Se ti interessa, dai anche un’occhiata alle altre opportunità formative MetaDidattica che trovi nel sito: potranno esserti di grande aiuto in vista del tuo lavoro a Scuola.

    Un grande in bocca al lupo,
    Alberto DP

  11. Milena 15 Settembre 2014 at 14:56 - Reply

    Grazie mille: oggi ho cercato di mettere in pratica i tuoi consigli ed è stato per me un ottimo “primo giorno”…spero sia stato così anche per i miei alunni:)

  12. Alberto De Panfilis 15 Settembre 2014 at 15:01 - Reply

    Sono contento che sia andata bene, Milena!
    Non mi resta che augurarti un’ottima continuazione! 🙂

  13. un'altra giovane insegnante 22 Settembre 2014 at 18:41 - Reply

    speriamo che Angelo non insegni Italiano!

  14. martina 28 Marzo 2015 at 21:52 - Reply

    io non sono emy io sonomartina e sono una bambina

  15. Futura alunna alle medie 29 Maggio 2015 at 17:13 - Reply

    Ciao Alberto,
    Io sono una futura alunna alle medie come puoi ben legere dal nome qui sopra… volevo chiederti se la prima impressione che fanno i professori non è un gran che in media quanto tempo ci vorrà per cambiare opinione… spero di non farti perdere tempo scrivendo questo.. ciao

  16. Alberto De Panfilis 29 Maggio 2015 at 17:46 - Reply

    Ciao “futura alunna alle medie”, ti ringrazio per il tuo messaggio: mi fa sempre piacere quando dei ragazzi si chiedono cosa poter fare per vivere meglio a Scuola… 🙂

    Dal tuo messaggio non ho capito bene se parli della prima impressione che i professori danno a te, oppure se intendi la prima impressione che tu dai a loro.

    Nel primo caso, il mio invito è quello di lasciarti condizionare il meno possibile dalla prima impressione: certo, va rispettata; ma farsi un’idea di una persona dai primi incontri con lei rischia di essere molto limitante. Quante tue care amiche di oggi non ti avevano fatto una bella prima impressione la prima volta che le avevi viste?

    Passando invece alla prima impressione che tu potresti dare ai tuoi insegnanti i primi giorni di Scuola, be’ ce ne sarebbero molte da dire. Per quanto questa prima impressione potrà continuare ad influenzarli può dipendere da tantissimi fattori. In ogni caso personalmente cerco di imparare quali sono quegli elementi che influenzano la prima impressione che do agli altri: la mia postura, il mio abbigliamento, le espressioni del mio viso (ricordati di sorridere!!), il mio livello di partecipazione in classe, la buona educazione, ecc.
    Gli altri hanno di noi sensazioni “a pelle”: conviene essere bravi a giocarci bene i primi istanti per non dover poi giocare al recupero, ma semplificarci un po’ la vita!

    In ogni caso, ti auguro una buona fine di elementari e uno splendido inizio di medie… goditi l’estate!! 😉

    Alberto DP

  17. Lucilla 14 Settembre 2015 at 18:03 - Reply

    Grazieeeeeee

  18. Alberto De Panfilis 14 Settembre 2015 at 18:27 - Reply

    Grazie a te, Lucilla!! 😉

  19. Giovane Docente di Latino 9 Settembre 2017 at 11:28 - Reply

    Sono anch’io un’insegnante di lettere di soli 24 anni: tutto molto utile, e condivido in toto i suggerimenti; inorridisco, tuttavia, nel leggere un testo così sgrammatico di un (seppur) giovane insegnante! Qual’è con apostrofo e sopratutto con 3 t? Angelo, prima di pensare all’impressione nei confronti degli alunni, dovresti ritornare a studiare l’italiano.

  20. Alberto De Panfilis 11 Settembre 2017 at 13:08 - Reply

    “Giovane Docente di Latino” (anche se mi piacerebbe potermi rivolgere a te tramite nome e cognome), ti ringrazio per lo spunto, che condivido.
    Non gradisco tuttavia l’ultima tua esortazione “Angelo, prima di pensare all’impressione nei confronti degli alunni, dovresti ritornare a studiare l’italiano.”: avrei scelto uno stile più elegante. Un consiglio non richiesto, per esempio, raramente risulta una strategia relazionale efficace.
    Grazie ancora e a presto,
    Alberto DP

  21. Manuela 26 Ottobre 2018 at 9:48 - Reply

    Buongiorno. Sono una giovane insegnante di scienze delle superiori. Il primo giorno di scuola cerco di imparare il nome dei ragazzi, di chiamarli per nome e non per cognome, perché ognuno è unico e potrebbe non voler essere identificato con la sua famiglia; chiedo anche, nel caso di nomi composti, doppi nomi, nomi stranieri, qual è il nome con cui un ragazzo preferirebbe essere chiamato. A volte infatti, i genitori scelgono i nomi in base ad un legame emotivo che però il ragazzo rifiuta. Dopo l’appello o durante, posso chiedere ad ognuno di scrivere 3 cose che amano fare e quale argomento di scienze potrebbe interessare o incuriosire di più. In altri casi, a voce ognuno, in ordine per banco mi dice quale argomento di scienze potrebbe interessare, o perché considera le scienze una materia inutile ed io prendo spunto per fare qualche domanda sugli interessi personali. Non condivido il principio di non introdurre regole: senza regole, in classi numerose (non di 20 come ho letto prima, ho avuto classi dai 25 ai 30 studenti), è il caos, alcuni prendono la parola con prepotenza e non si dà spazio a chi non riesce ad affermarsi. Al primo accenno di confusione, spiego questo, che tutti hanno il diritto di parlare e che se si parla in più di uno io non riesco a capire e nemmeno il resto della classe. Sono necessari tanti richiami all’ordine, parlo del biennio superiore, senza urlare, con gentilezza, senza aggressività, ma educare è battere battere battere, non per niente si dice “forgiare il carattere”. Immaginiamo di lavorare il ferro: un colpo dopo l’altro, per dare forma. Come con i propri figli, non serve tollerare sempre e poi esplodere urlando: penso che sia necessario il richiamo mirato e costante. Si sa che il richiamo ripetuto riporta sempre lì l’attenzione e il comportamento viene corretto, ma ci vuole costanza e pazienza. Ci vogliono tante tante energie e non dimenticarsi mai che siamo figure educative di riferimento, quindi mai richiamare umiliando e ferendo gli studenti tanto più fragili di noi. Purtroppo alcuni colleghi perdono di vista questo aspetto dell’insegnamento. Qualunque ragazzo ha nascosto dentro di sé un tesoro, ma non lo sa e non sa come tirarlo fuori: tocca a noi, come ci ricorda l’etimologia della parole e-ducare.
    Grazie

  22. Martina 19 Agosto 2019 at 12:01 - Reply

    Gentile dottor De Panfilis,

    ho visto tutti i video “Col piede giusto” e ho recepito tutte le indicazioni essenziali. Tuttavia mi chiedo come Lei organizzerebbe concretamente le prime due ore in una prima media per conoscere gli alunni e stabilire le regole; mi riferisco alla tecnica della stretta di mano (quando e dove?) e l’esposizione degli interessi.
    Ritiene inoltre che la conoscenza debba avvenire in maniera dialogata o attraverso un’attività ludica?
    La ringrazio per la disponibilità.

  23. Alberto DP 2 Settembre 2019 at 12:03 - Reply

    Gentile Martina,

    grazie per il messaggio e la sua richiesta di informazioni.

    Risponderò ai suoi quisiti con un video che pubblicherò sulla pagina Facebook di MetaDidattica (www.facebook.com/metadidattica) nei prossimo giorni.

    Lei utilizza Facebook? In caso affermativo le suggerisco di cliccare “Mi piace” sulla pagina e di attivare le notifiche relative alle nuove pubblicazioni sulla pagina, appunto.

    Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore domanda o dubbio.

    Buona giornata,
    Alberto DP

  24. Laura 6 Settembre 2019 at 22:31 - Reply

    Ho trovato i video davvero ricchi di spunti stimolanti, grazie!
    Io insegno Matematica e Scienze nella scuola secondaria di primo grado e qualche volta ho proposto ai ragazzi di prima la stella nascosta di Samuel Loyd per passare ai ragazzi il messaggio che i tempi per trovare la stella sono diversi, ma, se non ci si arrende, ciascuno di noi la trova ed è sua per sempre.

  25. CFRTYUIIO 8 Settembre 2019 at 12:17 - Reply

    MI ESERVITI

  26. sonia 10 Settembre 2020 at 9:11 - Reply

    Il giovane insegnante, però, visto che scrive qual è con l’apostrofo, farebbe meglio a studiare ancora un po’ 🙁