Un video profondamente istruttivo: Ken Robinson, esperto di creatività e didattica alternativa, descrive il ruolo della scuola nell’educazione dei ragazzi e delle loro potenzialità.

Published On: 07 Dicembre 2011Categories: BlogTags: , 5 Comments on Ken Robinson says schools kill creativity

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  1. Josè 25 Giugno 2012 at 8:31 - Reply

    Grazie, Alberto.
    Davvero uno straordinario documento.
    Mi hai fatto conoscere una “bella” persona che non avevo mai incontrato.
    Josè 🙂

  2. Daniela 21 Novembre 2012 at 9:28 - Reply

    say? non says? mi riferisco al titolo

  3. Rosa 29 Novembre 2012 at 16:55 - Reply

    “I bambini non hanno paura di sbagliare”…ma il loro genitori ne sono terrorizzati e li riempiono di ansie da prestazione…
    “Gerarchia di materie”….della serie “Prima fai i compiti più importanti (italiano e matematica), poi gli altri, se hai tempo”….
    “Educhiamo i bambini dalla pancia in sù”…e io preciso “pancia esclusa” (altrimenti le emozioni verrebbero considerate)…
    “Corpo come mezzo di trasporto per la testa”…troppo bella !!!!!
    “ADHD non era ancora stata INVENTATA”…!!!
    “Intelligenza…varia/dinamica/interattiva…

    Grazie Alberto di questo documento… un concentrato di sapienza pedagogica e non solo. Lo rubo e lo condivido.

    A presto.
    Rosa

  4. Teresa 6 Dicembre 2015 at 16:31 - Reply

    Grazie Alberto, non conoscevo Ken Robinson ed anche se questo video non è recente risulta comunque attualissimo. E’ vero che a scuola si dà poco spazio alla creatività dei bambini e la colpa, almeno nel mio caso, sta nel fatto che ci preoccupiamo troppo delle conoscenze con cui riempire le loro menti e poco delle competenze di cui dovremo aiutarli a dotarsi.
    Metterci in gioco noi docenti per primi, aprirci di più al superamento dei nostri limiti e delle barriere entro cui abbiamo confinato il nostro insegnamento,solo questo può farci riappropriare di una didattica mirata allo sviluppo delle competenze attraverso la valorizzazione delle attitudini e delle capacità di ognuno.
    E’ un percorso difficile, arduo, impervio,significherebbe scardinare la “normalità” scolastica a favore di una normalità “naturale”, fatta di attese di momenti favorevoli all’apprendimento, di costruzioni di occasioni in cui sperimentare la curiosità, di confronti e incontri entro i quali elaborare un pensiero creativo e praticarlo, per sbagliare e ricominciare.
    Una bella sfida. E’ ora di iniziare a raccoglierla se non vogliamo che sia troppo tardi per far crescere una generazione creativamente pronta a sostenere il peso di una società in mano solo a pochi,statici, critici e negativi personaggi.
    Una scuola così sarebbe veramente una scuola “felice”

  5. Alberto De Panfilis 9 Dicembre 2015 at 17:38 - Reply

    Grazie per il tuo commento, che sposo appieno, Teresa.

    Raccogliamo la sfida! 😉

    Alberto