Ecco il secondo dei dieci video con le strategie per la gestione della classe.

Obiettivo: “Ottenere l’attenzione della classe all’inizio dell’ora”

Per l’elenco completo dei video in prossima uscita, clicca qui.

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  1. caterina 29 Ottobre 2012 at 17:23 - Reply

    la uso già e garantisco che funziona!! grazie… attendo le prossime!!!

  2. Imelda 4 Novembre 2012 at 0:00 - Reply

    Ciao Alberto! Grazie per tutto quello che ci trasmetti. Sono tematiche interessanti e assolutamente attuali! Spero di rivederti di persona a scuola per sperimentare nuove strategie o consolidare quelle già in uso. A presto.

  3. rosa 4 Novembre 2012 at 15:35 - Reply

    Tecnica supercollaudatissima…La mia versione comprende anche un conteggio “muto” con le dita della mia mano e i bambini (4^elementare) fanno a gara, appena si accorgono che io sto lì con il braccio alzato, a ottenere il silenzio nel minor tempo possibile (siamo arrivati attualmente al n.3). A volte fatico a non farmi scappare un risolino nel vedere le acrobazie e le peripezie che mettono in atto per avvisarsi reciprocamente e per guadagnare tempo…!!! 🙂
    Complimenti per il sorrisone finale !

  4. katia 4 Novembre 2012 at 16:13 - Reply

    Sperimento subito e vi faccio sapere.

  5. Alberto De Panfilis 4 Novembre 2012 at 16:17 - Reply

    Ciao Rosa, grazie mille per l’ulteriore dettaglio da poter aggiungere alla strategia proposta… di certo ne parlerò agli insegnanti che incontrerò durante i miei prossimi corsi di aggiornamento! 😉

  6. rosa 4 Novembre 2012 at 16:44 - Reply

    Grazie Alberto per il feed-back, ma il mio “dettaglio” non è che una piccola creazione di cui le giornate di ogni maestra degna di questo nome da sempre sono piene. Per parte mia, io cerco di analizzare la mia realtà, imparare quanto più posso e poi “far mio” tutto questo bagaglio producendo non una semplice fotocopia, ma qualcosa di nuovo, di mio per l’appunto. Anzi, di “nostro” nel senso di fatto apposta per noi (gruppo classe o singolo alunno a seconda). Anche stavolta ho la sensazione di non essermi spiegata bene…mah ! Grazie per il tuo lavoro.

  7. Emanuela 4 Novembre 2012 at 21:11 - Reply

    Ciao prof!!Anch’io come Rosa ho sperimentato già questo metodo aggiungendo il conteggio non muto, ma con le dita della mano alzata..L’anno scorso avevo una classe piuttosto vivace e le prime volte che adottavo questa strategia, avevo lo sguardo fermo sulla classe..nessun sorriso, non mi avrebbero presa sul serio!! Però è servito, perchè dopo le prime volte,ormai avevano capito che quando mi posizionavo in mezzo all’aula con il braccio alzato era ora di “concedermi”la loro attenzione..Allora sorridevo e iniziavamo a lavorare!!Secondo me dipende molto dal gruppo-classe con il quale ti devi rapportare,quindi ogni metodo va smussato e adattato alla realtà nella quale lavori..Grazie per l’aiuto prezioso e ci vediamo al corso di aggiornamento nella mia scuola!!

  8. antonietta 4 Novembre 2012 at 21:20 - Reply

    Grazie Alberto , sai per tanti anni quando i miei piccoli erano un pò disattenti mi mettevo dritta in centro con le braccia conserte guardandoli
    in silenzio e aspettavo che il loro chiacchiericcio diventasse attenzione solo allora cominciavo ad ascoltare uno per volta e discutere sull’agomento.Ciao alla prossima

  9. carla 7 Novembre 2012 at 18:57 - Reply

    Ho provato in una prima e una seconda media il trucchetto nella versione di Rosa ed ha funzionato benissimo! Vi ringazio per la dritta e alle prossime!

  10. Donatella 12 Novembre 2012 at 19:16 - Reply

    Come posso utilizzare un metodo analogo in un biennio delle superiori senza sembrare un po’ matta?

  11. Alberto 13 Novembre 2012 at 9:33 - Reply

    Ciao Donatella, mentre ti pongo la domanda “Cosa ci sarebbe di male a sembrare un po’ matta?” ti dico che io utilizzo tutti i giorni questa strategia con i docenti dei miei corsi di aggiornamento… sono adulti e quando mi vedono rimanere in silenzio, sorridente, al centro dell’aula, con la mano alzata, forse (o probabilmente) potranno pensarmi come matto…

    Dentro di me recito una specie di “mantra” che mi consente di non soffermarmi troppo su quello che gli altri potrebbero pensare di me in quel momento: se non lo facessi mi perderei dietro una serie di fantasie esagerate (i famosi film mentali), decisamente poco utili. Inoltre credo che sia preferibile concentrarsi su altro per dimostrare (e non soltanto “mostrare”) di non essere matti, ma persone equilibrate e valide.

    Tu che ne dici?

  12. Daniela 9 Dicembre 2012 at 12:11 - Reply

    E se non funziona?

  13. Alberto 9 Dicembre 2012 at 12:15 - Reply

    Se non dovesse funzionare mi verrebbe da chiederti come, nello specifico, hai utilizzato questa strategia: quanto tempo l’hai fatta durare, in quale punto dell’aula eri, com’era la tua postura, quante volte l’hai sperimentata, che espressione avevi sul viso, eri ferma o in movimento (anche lieve)?

  14. Nunzia 11 Ottobre 2013 at 12:26 - Reply

    Ciao Alberto, sto sperimentando il tuo preziosissimo suggerimento e funziona! Mi chiedo solo: potrebbe esserci assuefazione da parte degli alunni con il passar del tempo?

  15. Alberto De Panfilis 11 Ottobre 2013 at 12:32 - Reply

    Ciao Nunzia, sono contento che tu stia sperimentando il mio suggerimento e che stia ottenendo buoni risultati.

    Il fatto che gli alunni possano abituarsi a quella modalità è in realtà uno dei nostri obiettivi. Far sì che il nostro gesto divenga una consuetudine condivisa con la classe potrà ulteriormente facilitarci! 🙂

  16. Boris 6 Novembre 2014 at 17:21 - Reply

    Ciao Alberto,
    sono nuovo su questo sito e sono alla ricerca di consigli/tecniche per gestire alcune classettine “difficili” dell’istituto professionale dove lavoro. La mia domanda è: questa tattica potrebbe funzionare anche in mezzo alla lezione (es. per recuperare l’attenzione dopo aver assegnato un compito da svolgere a piccoli gruppi)?
    Grazie, sperimenterò domani alcuni degli “strumenti” del coltellino!

  17. Alberto De Panfilis 7 Novembre 2014 at 0:08 - Reply

    Boris, personalmente utilizzerei questa tecnica anche in mezzo alla lezione… stai però attento a non “desensibilizzare” questo gesto utilizzandolo troppo spesso!

    Facci sapere come andrà! 😉

  18. Corrado 19 Novembre 2014 at 18:52 - Reply

    Ciao, vorrei chiedere un’opinione su una riflessione che ho fatto. Anche i ragazzi alzano la mano, e i prof interrompono quello che stanno facendo per ascoltarli: perché hanno qualcosa da dire, e all’interruzione segue questo “qualcosa”. Questo mi fa pensare a due cose: la prima è che i ragazzi conoscono già, e già condividono, il gesto della mano alzata per chiedere “per favore, potresti interrompere tutto quello che stai facendo e ascoltarmi?” e quindi credo sia sensato che non serva spiegarglielo. Dall’altra parte però credo sia decisivo il “fine” con cui lo si fa: se lo scopo è ottenere il silenzio non credo che lo si otterrà. Cioè, se ti chiedo di stare zitto, perché te lo chiedo?! Se è solo per farti stare zitto, perché dovresti farlo?! Ritengo quindi che sia indispensabile chiedere il silenzio con un fine reale, e che questo fine giunga immediatamente! Un ragazzo alza la mano, io mi interrompo, lo guardo in silenzio, e lui sta zitto (soddisfatto che mi ha fatto interrompere di fare quello che stavo fecendo) e cosa ottiene? probabilmente un rimprovero immediato (perché io rappresento il potere e posso permettermi di rimproverarlo…mmm…) e la volta seguente io ignorerò (non è vero…ma mi verrebbe di ignorarlo :-)). Ecco, la stessa cosa credo valga per noi: alziamo un braccio, al centro della stanza (ma penso che nella prassi vada bene anche vicino al muro, seduto, alla lavagna,…) e appena c’è il silenzio, anche solo un attimo, approfittare per “dire” quello che vogliamo dire; diamo una ragione immediata alla nostra richiesta di silenzio. Secondo me è fondamentale (e naturale…d’altronde se sono in classe …avrò qualcosa da dire, no?! :-)), che ne pensate?

    ciao ciao 🙂

    ps: questo sito è proprio interessante! Gia iscritto alla newsletter e già guardato almeno quindici video 🙂 Grazie Alberto!!

  19. Alberto De Panfilis 20 Novembre 2014 at 14:34 - Reply

    Mi piace molto questo tuo spunto, Corrado!

    In effetti nel mio video manca una specifica sulla seconda parte di questa “tecnica”: cosa viene subito dopo il silenzio?

    Dare una “buona motivazione” a quell’interruzione è fondamentale: proporrei qualcosa col sorriso, un intervento leggero… anche a costo di far rialzare un po’ di brusio per un po’. In sostanza è come se dovessimo associare alle nostre “interruzioni” sensazioni positive.

    Che ne dite?