Ecco il quarto dei dieci video con le strategie per la gestione della classe.
Obiettivo: “Predisporre al meglio la classe”
Per l’elenco completo dei video in prossima uscita, clicca qui.
Ecco il quarto dei dieci video con le strategie per la gestione della classe.
Obiettivo: “Predisporre al meglio la classe”
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D’accordisssssssimo!Bravo per aver inserito questa “banalità” (…!!!) tra le strategie efficaci a scuola….Le cose più semplici solitamente sono anche le più efficaci….e, paradosso dei paradossi, le abbiamo già dentro di noi e a portata di mano sempre e ovunque !!!!!
Bravissimo Alberto.
Sorridere, sempre e comunque dimenticando i nostri problemi personali, quelli della scuola e quelli tra colleghi. E concentrarsi solo sugli occhi dei nostri bambini che hanno il diritto di avere la nostra attenzione e un buon esempio di adulto che cerca di vivere serenamente nonostante le difficoltà
Concordo appieno, Manuela! 🙂
Teoricamente pienamente concorde Manuela, ma REALISTICAMENTE non sempre è fattibile. Anche gli insegnanti hanno figli/mariti-mogli/problemi…. Lasciar SEMPRE fuori dall’aula tutto questo bagaglio è impossibile. Però bisogna provarci, questo lo confermo, ma senza pretendere necessariamente di riuscirci sempre. Accogliere e perdonare gli altri passa per forza dall’accogliere e perdonare se stessi. Con serenità.
Esatto!!!! Sorridete, questo atteggiamento non scalfisce la vostra autorevolezza se alternato a momenti di estrema fermezza…vince sempre la coerenza! 😉
sperimento quotidianamente questo metodo oramai da anni con i miei meravigliosi adolescenti,così facendo anche il più monello,il più contorto,quello che vorrebbe sin dal primo minuto di lezione sfidarti è “costretto” psicologicamente a deporre le armi e a predisporsi bene nei tuoi confronti….hai ragione Un sorriso non costa niente, ma può dare molto rende felice chi lo riceve e senza rendere più povero chi lo dà. Dura solo un attimo, ma entra nel cuore, nessuno è tanto ricco da poterne fare a meno e nessuno è tanto povero da non poterlo regalare. Dona la felicità in casa e tra gli amici, sicurezza e simpatia a tutti. Ti dà consolazione nella tristezza e ti rinvigorisce nella stanchezza, quando sei scoraggiato ti dà forza quando hai paura ti dona coraggio. Un sorriso non lo puoi comprare, ne rubare e ne prestare, però lo puoi donare. Se qualche volta tu dovessi incontrare chi non sa sorridere, aiutalo, donandogli il tuo, perchè nessuno ha tanto bisogno di un sorriso, come chi non lo sa donare agli altri.
Se mi guardo entrare in classe certi giorni mi accorgo che sono persino imbronciata, e non per problemi personali che porto in classe, ma proprio per le persone che mi trovo davanti che non sono sempre angioletti paffutelli ma adolescenti arrabbiati col mondo per i quali il professore rappresenta il “nemico”. Il consiglio che dai è efficacissimo e giusto, anche perchè si sorride prima di tutto a se stessi, visto che il mio “broncio” serve solo a indisporre la classe e a noscondere (poco e male) le mie paure! Grazie, ti seguo assiduamente!
E’ vero…spesso entriamo in classe imbronciati e pronti a riprendere i nostri alunni. Io lavoro con dei carinissimi bimbi di seconda elementare (non amo il termine Primaria) e a parte i grandi momenti di affetto legato a sorrisi, ma pure a spontanei abbracci, mi sento di dire che non manco di autorevolezza con loro. Ci ritroviamo spesso a parlare di difficoltà che incontriamo sia a scuola che a casa e a condividere momenti di gioia alternati a momenti prettamente didattici…ma poi ho colleghe che attuano metodologie diverse e così la mia classe a livello comportamentale scoppia. Come posso agire? Non mi va che colleghe spargano in giro sentenze sulla mia classe che io stimo e con cui sto lavorando molto dal punto di vista relazionale abolendo note e mortificazioni…
Grazie per gli ottimi spunti che condivido pienamente!
Ciao Rosanna, quello che mi viene da suggerirti per trovare un miglior rapporto professionale (e, perché no, anche personale) con i tuoi colleghi sta nell’adottare un tipo di comunicazione “strategica”.
Vai in alto a destra in questo blog e clicca su “Ricerca nel sito”: digita “Ricalco e guida” e parti da lì… anche se a volte, con le persone che la pensano diversamente da noi (o addirittura all’opposto di noi) ci viene spontaneo REAGIRE, piuttosto che AGIRE.
“Agire” a volte può voler dire mettersi nei panni di chi la pensa così diversamente da noi, comprenderne le ragioni, addirittura spalleggiarle per un po’, per poi (con i giusti tempi) arrivare a fargli cambiare idea… questo può avvenire soltanto “dall’interno” però!
Sono riuscito a spiegarmi?
Splendido questo suggerimento sul sorriso. Sorridere infatti, significa aprire la porta del nostro io e andare incontro agli altri. Spesso incontro sul lavoro insegnanti insofferenti che non riescono a trovare la chiave della comunicazione. Grazie Alberto, sono felice del tuo grande lavoro, mettere la tua capacità ed esperienza al nostro sevizio. grazie mille e buon lavoro.
Concordo pienamente!
Quando ho iniziato ad insegnare anni fa’ molti colleghi mi dissero “mi raccomando non sorridere mai o non ti ascolteranno” all’epoca non riuscii a trattenermi e fui veramente travolta senza possibilità di ritorno ad una situazione normale. In seguito mi sono trattenuta e per lo meno le prime lezioni non ho mai più sorriso, poi conoscendo man mano le classi decidevo quanto mi potessi sbottonare tuttavia non riesco più ad essere spontanea soprattutto nelle classi delle scuole medie mentre alle superiori è già più fattibile. Alle medie al contrario ci sono classi che mi fanno totalmente perdere il sorriso perchè sembra di entrare nella fossa dei leoni e non mi danno nemmeno la possibilità di firmare il registro in tranquillità, per fortuna sono “perle rare” ma sono più che sufficienti per annientare tutti i miei buoni propositi nei loro confronti.
Ottima strategia. Sono un’ insegnante che sorride e che cerca di mettere a proprio agio gli studenti..tuttavia mi è capitata una classe che ha visto nel mio modo di fare poca autorevolezza e questo mi ha portato ad avere forti scontri con questi ragazzi. Cosa fare quando capita una situazione del genere?
Cara Martina, molto spesso ci capita di confondere la scarsa autorevolezza con la presenza di un bel sorriso sulle nostre labbra: in realtà le due cose non sono correlate tra loro. Pensi che, comportandoti allo stesso identico modo, ma con la sola differenza nell’espressione del viso, gli Studenti si comporterebbero in modo differente?
Sono tanti altri i fattori che possono incidere sui nostri livelli di influenza in classe: uno tra questi È il sorriso, ma in positivo! Ovviamente parliamo di un sorriso contestualizzato e non “un sorriso a prescindere”. Mi riprometto di pubblicare qualche altro video di approfondimento nelle prossime settimane. Come si suol dire… STAY TUNED!! 😉
Alberto
Ciao,
mi ritrovo in quanto scritto da Ilaria. Spesso mi è stato consigliato di non sorridere nel primo mese e nonostante ci provi, in realtà non riesco a non farlo. Ma effettivamente alcune classi interpretano questa mia disponibilità nei loro confronti come libertà di fare quello che vogliono…