Durante un corso di aggiornamento sulla didattica che sto tenendo in questo periodo, mi è capitato di condividere con i partecipanti l’idea riportata nel mio articolo Creare contatto con la classe; una delle maestre presenti ha proposto un ulteriore modo di generare sintonia con gli studenti.
Sono sicuro che molti di voi hanno già sperimentato questa esperienza: proprio per questo la condivido con chi non l’avesse ancora sperimentata (e con chi potrebbe aver smesso).
“Anch’io sono stata bambina!” …queste le parole pronunciate dalla maestra E ai propri bambini, mostrando loro i suoi vecchi quadernini dei primi anni delle elementari. Sfogliando insieme i lavoretti contenuti in quelle pagine, le sfilze di lettere scritte e riscritte, i disegni e i compitini, la maestra E è riuscita a generare nei suoi studenti almeno tre effetti interessanti:
- la condivisione di qualcosa di personale e intimo, appartenuto alla maestra, ha senz’altro favorito un clima come quello descritto nell’articolo Creare contatto con la classe;
- mostrarsi “bambina” ha rappresentato un vero e proprio ricalco nei confronti della classe (clicca qui e cerca la parola chiave “ricalco” per leggere i post relativi a questo argomento);
- un adulto di riferimento che ti fa entrare in contatto con il suo essere (stato) bambino, può rassicurarti sul fatto che le difficoltà sono tutte superabili… ce l’ha fatta lui!
Sperimenta anche tu una condivisione del genere con i tuoi studenti: racconta loro quello che facevi alla loro età, porta con te qualche vecchio quadernino con i tuoi disegni e gli esercizi di scrittura… trascorri con loro qualche minuto di “contatto generazionale”.
…mostrare i vecchi quadernini piccoli pieni di “aste”….le pagelline color celestino con il voto in “educazione morale e civica” e “condotta”…. quaderni scritti in un corsivo esemplare (impensabile oggi) e senza le “schede” ancora non inventate…… Quanto stupore nei loro occhi !!!! lezione anche di storia: tutto cambia ed evolve, ma le cose fondamentali restano.
forse l’ho già scritto, anni fa ero di ruolo alle superiori, poi ho avuto altre opportnità e ho cambiato lavoro. Adesso con queste nuove abilità che ho acquisito mi piacerebbe riprovare. In ogni caso mi è molto utile la Metadidattica perchè nella gestione di gruppi di lavoro spesso le dinamiche soprattutto durante le riunioni sono molto simili, cambiano solo i contenuti e a volte nemmeno quelli. Nel senso che i colleghi riciedono lo stesso grado di attenzione e considerazione e quindi fare un ricalco e guida è utile. Tanto per fare un esempio.
Interessante questo sito! In questo periodo sto specializzandomi in pedagogia clinica e dirigenza scolastica, nella facoltà di Scienze della Formazione e questo sito fa proprio al caso mio… Quando sarò direttore o preside sarà mia cura pensare a come ricalcare gli insegnanti affinché possano rivivere, assieme ai loro alunni/studenti, i momenti in cui anch’essi dovevano presentare dei compiti o essere interrogati… E la sfida è davvero impegnativa perché, immagino, non a tutti piace tirar fuori il loro bambino interiore, che anni fa frequentava la scuola e, in qualche modo, viveva le stesse difficoltà. A molti invece sembra più facile nascondersi dietro la professionalità, dietro al mestiere.
Come potrò prevenire, avendo questa consapevolezza? Semplice: al momento dell’assunzione, non leggerò certo i curricula come fanno praticamente tutti i datori di lavoro. Anzi seguendo i livelli logici di Robert Dilts li indurrò, attraverso le domande a scoprire in primis la propria vision e la propria mission; passo dopo passo andrò a scoprire i propri comportamenti nelle situazioni più disparate.
Certo, magari per alcuni, essere assertivi, usando il ricalco e la guida, insieme ad altre strategie di comunicazione (possibilmente ecologica), hanno bisogno di più ore, anche se credo che se sei veramente padrone della comunicazione, riesci a ottenere enormi risultati anche in pochissimo tempo. Di certo, anche l’ambiente scolastico andrà ritoccato da cima a fondo: una cattedra mette di sicuro in soggezione gli studenti o, ancora peggio, crea rivalità sia fra studente e insegnante, che all’interno del gruppo classe.
La rivalità è la nemica numero uno della comunicazione ecologica ed efficace.
Grazie,
Andrea
Ho letto con attenzione e molto interesse e posso dire che si tratta di un sito davvero interessante. Mi terrò sempre in contatto proprio per avere modo di ampliare le mie conoscenze sulla didattica. Non si finisce mai di imparare e mai pensare di sapere tutto.