Scrivo queste righe, ispirato dall’ultima parte dell’articolo di Michele “Realtà e matematica”. L’esempio che ci viene proposto, quello dei triangoli rettangoli, fa riferimento ad un processo che avviene comunemente nella nostra mente, anche al di fuori del contesto didattico; un processo che può distorcere la (nostra) realtà.
Vediamo di cosa si tratta…
In fondo a questa pagina c’è raffigurato un suonatore di sax di profilo, con un gran bel nasone… lo vedi? (scorri la pagina fino in fondo per dare un’occhiata, poi torna a leggere)
È possibile che guardando un’immagine così semplice ci sia sfuggito qualcosa? Prova a tornare giù e dagli un’altra occhiata…
Probabilmente hai già capito a cosa faccio riferimento; in ogni caso, molti di noi hanno appena sperimentato l’effetto framing. Nel modo in cui ti ho guidato nella lettura di questo post e nella visione dell’immagine in fondo, potrei averti condizionato… ho manipolato volontariamente la tua attenzione in modo che fosse impegnata a cercare (e trovare) il suonatore di sax. Ho, per così dire, incorniciato la tua percezione, definendone i confini.
Questo potrebbe aver provocato due effetti: da un lato potresti aver cancellato (e quindi ignorato) il volto di donna presente nel disegno; dall’altro potresti aver distorto i contorni del disegno, in modo da ricondurre i particolari della sagoma nera a quelli caratterizzanti un suonatore di sax.
Lo stesso identico effetto accade in classe quando, introducendo un nuovo argomento (nell’articolo di Michele si faceva riferimento ai triangoli rettangoli), creiamo una prima associazione mentale nei ragazzi. Questa associazione avviene tra l’esempio (che per definizione è “particolare”) e l’argomento (in “generale”). Se non prestiamo attenzione a presentare esempi diversi (possibilmente “non particolari”), rischiamo di costruire una vera e propria cornice attorno alla percezione degli studenti.
Il meccanismo che stiamo descrivendo ci è stato molto utile dal punto di vista evoluzionistico: riuscire a riconoscere qualcosa di “appreso” in precedenza può farci risparmiare molto tempo… diventa però limitante quando non ci permette di “vedere oltre”.
Avere a disposizione delle regole pronte all’uso, delle scorciatoie mentali, ci permetterà di velocizzare i processi di apprendimento… avere a disposizione solo scorciatoie rischia però di limitare le nostre capacità creative di problem solving.
E che dire poi degli effetti che le convinzioni (vere e proprie cornici come quelle descritte in precedenza) giocano nelle scelte che compiamo?
Uno dei risvolti più evidenti sull’operato dei docenti è quello riportato dall’Effetto Pigmalione in classe (descritto in questo video).
Negli studenti invece, le convinzioni possono risultare molto utili o del tutto disfunzionali. Prendiamo l’esempio classico dell’atteggiamento nei confronti della matematica: generazioni e generazioni di studenti si sono divisi tra “negati” e “portati”. Immaginiamo di avere di fronte a noi un rappresentante della prima “categoria” ed un esponente della seconda. Entrambi, di fronte ad un esercizio che richiede l’applicazione di nuove competenze matematiche, dovranno confrontarsi con delle difficoltà: al primo tentativo nessuno dei due riuscirà a svolgere tutto correttamente. Saranno le loro convinzioni a fare la differenza: nello studente che si percepisce “negato” queste lo porteranno probabilmente a scoraggiarsi di fronte al primo “insuccesso” e, probabilmente, a lasciar perdere pensando “Ecco, vedi… non mi viene bene mai nulla in matematica!”. Nello studente “portato”, le convinzioni genereranno invece un “effetto sfida”, che lo porterà a tentare ancora o a chiedere aiuto in modo da riuscire. Anche il “portato” arriverà alla fine a pensare “Ecco, vedi… alla fine le cose mi riescono, anche se sono difficili!”.
Per scoprire come si può cominciare ad intervenire sulle convinzioni limitanti, clicca qui e leggi l’articolo…
Quel pensiero “Ecco, vedi, lo sapevo che…” ci rassicura e conforta; inoltre mima esattamente ciò che è accaduto nella nostra mente poco fa, quando abbiamo guardato l’immagine in basso alla ricerca del suonatore di sax di profilo, con un gran bel nasone…