Nel suo nuovo contributo, il prof. Carlo Salvitti (che ringrazio di cuore per la segnalazione) ci indica la strada per continuare ad occuparci dei diversi STILI DI APPRENDIMENTO dei nostri Studenti.
Dopo l’interessante articolo pubblicato qualche tempo fa, che illustra le caratteristiche delle differenti modalità cognitive, in questo nuovo contributo troviamo una proposta operativa per conoscere e far conoscere il proprio stile a ciascun Allievo. Questa importante attività metacognitiva può migliorare il rendimento (e le conseguenti soddisfazioni) degli Studenti coinvolti.

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Uno degli aspetti che più mi piace della proposta operativa del prof. Salvitti è lo stimolo (riportato esplicitamente tra gli obiettivi dichiarati) a “far comprendere l’importanza che può assumere l’adottare metodi differenti dai propri” e a “stimolare la flessibilità nell’uso di strategie nello studio personale”.

Questo è un aspetto saliente, che ritengo straordinariemente utile per i Ragazzi ed i Bambini coinvolti; più che limitarci a definire il tuo stile, partiamo insieme da quello e andiamo ad esplorare anche nuove modalità!

In linea con quanto appena sottolineato, in fase di definizione del profilo di classe (emerso dai test), sceglierei frasi come “Circa il 60% adottano uno stile sistematico, procedono gradualmente e lentamente, ecc.”, piuttosto che “Circa il 60% sono sistematici, procedono gradualmente e lentamente, ecc.”.
Può sembrare una sfumatura, un dettaglio, ma proprio in un’ottica di flessibilità potremo trovare giovamento nel passare dal livello “identità” a quello “comportamentale” (riuscirò più facilmente a darmi da fare se penserò di me “A volte non ho voglia di…” piuttosto che “Sono pigro!”).

Ho molto apprezzato le risposte dei ragazzi ai punti 9 e 10 (utilissimo aver inserito quelle domande!): tali riflessioni stimolano gli Studenti a orientarsi sulla propria fetta di respons-abilità e a restituirne altrettanta ai Docenti coinvolti nel loro processo di apprendimento. Questa riflessione la trovo molto in linea con questo articolo sulla RESPONS-ABILITÀ e a questa riflessione sull’INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO.

Ancora grazie al prof. Carlo Salvitti, mio corregionale e grande appasionato di Didattica.

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  1. Carlo Salvitti 4 Aprile 2014 at 17:44 - Reply

    Un bravo insegnante non è colui o colei che è più bravo dei suoi allievi, ma colui che porta i suoi allievi ad essere più bravi di se stesso.
    Carlo Salvitti

  2. Francesca 6 Aprile 2014 at 15:12 - Reply

    Emerge, come sempre, l’importanza della valutazione come attività che precede qualunque altra attività, che, per meglio rispondere alle diverse istanze educative degli alunni, sia continua e persuasiva con funzione regolativa dei processi di insegnamenti/apprendimento. Il docente prima di tutto valuta i PROCESSI COGNITIVI utilizzati dai ragazzi per costruire saperi; dopo può iniziare a progettare e realizzare ambienti di apprendimento che valorizzino i diversi stili di apprendimento, rendendoli concretamente motivanti, attivi e inclusivi. Infine un docente che valuta non solo per formare ma soprattutto per rendere i propri alunni capaci di autovalutarsi.