“Meno LIM e più formazione di qualità”: questo è uno degli stimoli che mi sono rimasti più impressi dalla piacevole chiacchierata con il prof. Giovanni Di Stefano, ricercatore e professore di “Psicologia della formazione” presso l’Università degli Studi di Palermo.

“In che modo la formazione esperienziale può supportare l’azione didattico-educativa degli Insegnanti di Scuola?”: questa una delle tante domande che ho fatto a Giovanni.

E poi la WISH BOX: una proposta pratica da sperimentare in classe!

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  1. Teresa 8 Dicembre 2019 at 8:49 - Reply

    Grazie Alberto e grazie al professor Di Stefano per aver puntualizzato quali condizioni renderebbero la formazione esperienziale un valore aggiunto per i docenti.
    Non a caso da tempo immemorabile gli insegnanti, soprattutto di scuola dell’infanzia e della scuola primaria ricercano tali forme di formazione essendo ormai quella cattedratica una forma obsoleta che nulla toglie e nulla aggiunge alle pratiche quotidiane in classe.
    L’idea della wish box portata in università mi piace tantissimo dal momento che nella scuola di base esiste da tempo e laddove sperimentata e usata costruisce grande unità di intenti tra docenti e alunni.
    Auguro al professor di Stefano che tutti i suoi studenti apprendano veramente l’importanza della formazione esperienziale e sappiano poi riportarla all’interno dei percorsi formativi che sapranno progettare per tutte le situazioni in cui si troveranno ad operare. Sopratutto nella scuola, che già si sta aprendo e sta orientato la sua attività formativa più verso una formazione attiva che cattedratica.
    BUON lavoro e buona domenica.