Che ci piaccia o no, la prima impressione conta moltissimo.

 

Ogni volta che incontriamo uno sconosciuto non possiamo fare a meno di provare quella sensazione “a pelle” o “di pancia” che ci fa ben predisporre nei confronti dell’altro o, viceversa, partire prevenuti.

 

Ma cos’è la prima impressione?

Madre natura ha sviluppato un certo livello di “perfezione” nel dotarci di meccanismi di sopravvivenza formidabili e ormai collaudati da migliaia e migliaia di anni.

La sensazione di prima impressione è uno fra questi. Ciò vuol dire che quello che proviamo nei confronti degli sconosciuti in occasione di un primo incontro risulta funzionale al nostro corretto interagire con gli altri.

Vediamo perché…

Abbiamo detto che la prima impressione è una sensazione: non parliamo quindi di informazioni. Quest’ultime sarebbero il frutto di un ragionamento logico-razionale, mentre la prima impressione si forma in pochi istanti (da 3 a 7 secondi), durante la cosiddetta fase olfattiva.

In questo brevissimo lasso di tempo, il nostro sistema limbico (una parte del cervello deputata a sentire, piuttosto che a riflettere) valuterà l’interlocutore sotto tre aspetti:

  • la sua cordialità;
  • i suoi livelli di dominanza;
  • la sua compatibilità sessuale.

È possibile che non ci piaccia pensarci come “animali” intenti a misurare l’altro in questi termini, ad annusarlo insomma sotto la coda, ma se siamo arrivati fin qui come genere umano è anche grazie a questo meccanismo innato che ciascuno di noi sperimenta quotidianamente.

Risulta piuttosto intuitivo ricondurre la sensazione di cordialità ad una funzione sociale ben precisa: infatti, avvertire in pochi istanti una potenziale minaccia che giunga da un altro individuo è essenziale per non rischiare la propria incolumità.

Per quanto riguarda la sensazione di dominanza può aiutarci a capirne il senso un esempio concreto: immagina di essere con un gruppo di persone e, sfortunatamente, incorre un’emergenza. Se ad esempio la reazione sarà quella di fuggire, chi pensi che ti verrà istintivo (in questi casi non si ragiona per agire, ma si reagisce) imitare?

Esatto, la persona che hai percepito più dominante. In sostanza, questo secondo aspetto della prima impressione riduce drasticamente i tempi decisionali (di nuovo, a tutto vantaggio delle nostre chances di sopravvivere).

Il terzo aspetto, quello della compatibilità sessuale, fa riferimento all’attrazione fisica che si prova per gli individui dell’altro sesso, in termini di sopravvivenza della specie. Quando si incontra un individuo dello stesso sesso, la compatibilità diviene competizione sessuale.

Ma tutto questo a cosa ci occorre a Scuola e, più in generale, nelle relazioni con gli altri?

È una domanda legittima che ci conduce ad un’analogia: immagina che la prima impressione sia l’uscita di sicurezza di un’edificio. Se stessi in qualche modo valutando l’acquisto di quell’edificio, prenderesti una decisione guardando unicamente quella via di fuga, oppure preferiresti entrare e visitare tutti gli altri ambienti?

Allo stesso modo dovremmo divenire abili nel limitare l’influenza che la prima impressione ha su di noi e passare alla conoscenza dei nostri interlocutori. Il primo passo per farlo l’hai già compiuto leggendo questo articolo, dal momento in cui la consapevolezza delle nostre dinamiche interne è essenziale.

Per andare oltre risulta molto utile approfondire l’uso e la comprensione della Comunicazione Non Verbale (CNV): osservare con attenzione il linguaggio del corpo delle persone con cui interagiamo (Studenti, Genitori, Colleghi…) e saperlo decifrare è un’abilità della quale un buon Insegnante non può far a meno.

Attenzione però: non basta l’esperienza e la sensazione di saper leggere bene gli altri! Paul Ekman, uno tra i più noti ricercatori del settore, afferma che soltanto l’1% della popolazione mondiale può definirsi “non verbalmente talentuosa” (cioè affidabile nel comprendere i segnali che gli altri trasmettono con i loro movimenti, le espressioni del viso, la postura e le centinaia di segnali presenti in qualsiasi conversazione).

Attenzione ad un altro aspetto: seguendo pedissequamente le proprie prime sensazioni (di prima impressione) potremmo correre un grosso rischio: dare fiducia a chi ci ha fatto un’ottima prima impressione, ricevendo magari una “sonora fregatura”, o viceversa non fidarci di chi ci ha fatto una cattiva prima impressione, perdendo invece l’opportunità di conoscere il suo valore (vedi l’immagine in cima all’articolo).

A questo punto, non rischiare di perdere l’occasione di formarti per acuire i tuoi livelli di attenzione!

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Corso di Comunicazione Non Verbale (CNV) a Scuola
Corso di Comunicazione Non Verbale (CNV) a Scuola

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Published On: 20 Marzo 2015Categories: BlogTags: 0 Comments on Quanto conta la prima impressione?

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