Pensate ad uno di quegli Studenti (o figli) che di studiare proprio non vuole saperne: non fa i compiti che gli sono stati assegnati, tenta (invano) maratone di studio prima delle prove, non scrive sul diario le attività che dovrebbe svolgere a casa, fa disperare Insegnanti e Genitori che sentono ormai di averle provate tutte…
Vi aspettereste mai da un Alunno del genere che possa arrivare, anche a costo di prendere una punizione, a studiare di nascosto?
Lo so, sembra impossibile, ma con un buon Coach Scolastico questa utopia potrebbe divenire realtà. Vediamo come…
Solitamente, quando ci si trova di fronte ad una situazione simile, si cerca di fare quello che la ragione suggerisce: siccome studia poco (e male), allora dobbiamo riuscire a farlo impegnare di più. Sembra logico, è vero…
Ma questo tipo di intervento funziona soltanto per un cambiamento di tipo lineare (quello che “spiega”, per intenderci); molto spesso invece il blocco che subisce il ragazzo è di tipo motivazionale e/o emotivo.
Da quest’ultimo punto di vista, che effetti produce nello Studente la scelta (99 su 100 imposta dalla necessità o dalla paura) di studiare fino alle dieci di sera, il giorno prima del compito in classe o dell’interrogazione?
Gli effetti che probabilmente si verranno a creare non andranno certo in direzione di una maggiore responsabilizzazione, come invece il Genitore speranzoso si ritrova spesso a pensare.
“Allungare il brodo” dello studio, mossi dal timore di un ennesimo voto pessimo, produrrà nel ragazzo due effetti a dir poco deleteri:
- in primo luogo si abbasserà di molto la qualità delle prime fasi di studio, dal momento in cui la sensazione del ragazzo è che ci sia ancora abbastanza tempo a disposizione per studiare (ti ricordi quanto lunghe sembravano 3 ore all’età dei tuoi Studenti?). Quando invece il tempo comincerà a scarseggiare, crescerà la determinazione, ma al contempo la stanchezza…
- L’altro effetto dovuto alle interminabili “maratone pre-prova” consiste nella pessime sensazioni che lo Studente comincerà ad associare allo studio: stanchezza, difficoltà, lentezza, ecc.
Come si può evitare un risultato del genere? Di certo non cercando tra quello che può sembrare ragionevole: dobbiamo invece far appello alle cosiddette strategie non ordinarie.
Dopo un’attenta analisi del problema (alla quale va dedicata la giusta importanza, dato che ogni caso è unico e a sé stante) potrei suggerire ai Genitori dello Studente in difficoltà di impedirgli di studiare fuori dagli orari pattuiti.
Immaginiamo che si scelga di permette al ragazzo di studiare solo dalle 16 alle 19: anche nel caso in cui dovesse essercene necessità, non sarà possibile studiare né prima, né dopo. Punto.
In questo modo l’obiettivo è sortire alcuni effetti interessanti:
- limitare/eliminare l’insana giustificazione del tanto poi lo farò: la rimandite acuta è purtroppo una grave malattia che affligge giovani e meno giovani… meglio estirparla sul nascere;
- responsabilizzare il ragazzo sulla gestione dei propri tempi di studio (e in futuro di lavoro);
- responsabilizzarlo anche sull’eventuale perdita di tempo;
- far crescere la qualità dello studio;
- rendere attraente ciò che è impedito… in questo caso lo studio!
Ovviamente queste riflessioni non dovrebbero essere lette come ricette pronte e da applicare tout court (saranno cruciali, ad esempio, le modalità con le quali dovremo seguire il ragazzo e l’approccio relazionale da tenere): dovrebbero piuttosto farci prendere in considerazioni modalità differenti da quelli che siamo abituati a considerare, per evitare di continuare a produrre gli effetti peggiori con le nostre migliori intenzioni (cit. Oscar Wilde).
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