3 semplici passi per iniziare l’Anno Scolastico in modo strategico e funzionale: la tecnica del come peggiorare (parte del modello di Problem Solving Strategico ® del prof. Giorgio Nardone).
Impiegherai soltanto 30 minuti, ma questi contribuiranno a gettare i presupposti per un anno pieno di soddisfazioni e con meno problemi.
Per le istruzioni dettagliate guarda il video; se ti va di scoprire quali sono i principi alla base di questa tecnica, leggi questo articolo…
Non mi è chiara la seconda fase:
– ogni voce appartiene alla stessa area di rischio?
– quando va fatta questa attività?
Grazie
Ho compreso la seconda fase leggendo l’articolo allegato!
Grazie
Ottimo!
Per qualsiasi altra esigenza, scrivici (anche un’email su info@metadidattica.com).
A presto e buon inizio!
Alberto DP
Grazie Alberto, i tuoi suggerimenti sono sempre molto creativi e utilizzabili nell’immadiato
Mi sono appena scaricata tutti gli appunti dal tuo video e domani mattina lo voglio sperimentare in una classe seconda media
Nel frattempo buon inizio d’anno scolastico a tutti
Grazie, Simonetta!
Buona sperimentazione… Facci sapere come andrà!
Alberto
Mi sembra una buona idea e cercherò di metterla in pratica… però non ho capito bene: ogni alunno deve dire a voce alta delle cose che potrebbero peggiorare l’anno scolastico e io le scrivo tutte su un foglio? Oppure ogni alunno ha il proprio foglio, ci scrive le proprie idee peggiorative e poi io le riscrivo tutte in un foglio comune?
Nella seconda fase, che significa “aree di rischio”? Sono le cose che quell’alunno potrebbe rischiare di fare perché è predisposto per carattere?
Spero che potrai chiarirmi questi dubbi, grazie!
Giulia, grazie per la domanda ed il tuo interesse.
Tutti insieme contemporaneamente scriveranno la stessa lista: tu sulla lavagna e ciascuno studente sul proprio foglio. Una variante è scrivere un’unica lista su un cartellone da conservare in classe.
Per quanto riguarda le aree di rischio, queste non hanno a che fare con il “carattere” del bambino (rischio “effetto pigmalione/profezia che si autoavvera”), ma dovranno emergere da un’autovalutazione del bambino. La domanda che ciascuno dovrà porsi è: “Rischio di fare questa cosa?”, oppure “Sono mai andato vicino al far questa cosa?”.
Spero di aver chiarito i tuoi dubbi… altrimenti, scrivi ancora!
Buon lavoro,
Alberto
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Grazie mille per la tua pronta risposta! Stamattina primo giorno di scuola: ho proposto questa attività in una II istituto professionale forestale… E purtroppo non ho a che fare con “bambini”, che bene o male fanno quello che chiedi loro di fare… Diversi studenti non hanno voluto scrivere niente, già vuoti di idee, di voglia di mettersi in gioco, di entusiasmo… alla prima ora del primo giorno!! Domani li rivedrò e… che cosa gli propongo, se non son stati “contenti” di fare un’attività così, cosa li potrà far venire voglia di partecipare?
Forza Giulia, sono sicuro che dopo il primo periodo di assestamento andrà sempre meglio!
Ciao! Ho visto il video e letto l’articolo ma sono poco convinta. Ho due terze scuole primarie con dei bambini in po’ problematico. Il rischio, secondo me, è proprio quello che qualcuno di loro si impegnerà a fare quando scritto, dando seguito a comportamenti errati. Sarebbe veramente difficile gestire la classe dando seguito al gioco ma non risultando incoerente come insegnante. Non so se sono riuscita ad essere chiara.
O forse questa attività è consigliata per ragazzi più grandi?
Mi piace ma pensi che questa tecnica possa essere adottata e adatta anche in classi del triennio superiori?
Salvatrice, il rischio che descrivi è reale: anche se finora, tutti gli insegnanti che hanno sperimentato questa tecnica si sono trovati bene… senz’altro approcciarla con molta tensione è sconsigliato, quindi non forzarti!
Paola, penso proprio di sì! Noi la utilizziamo anche con gruppi di lavoro composti da adulti… i ragazzi del triennio potrebbero trarre molto profitto da questa tecnica!
Salvatrice, Paola, se vi va fateci sapere…
Ciao Alberto, nella terza fase (quando i ragazzi avranno messo le X) segue una discussione collettiva o ciascuno riflette per conto suo?
Grazie!
Valeria, grazie per il tuo commento.
Nella terza fase è importante che ognuno rifletta per conto suo… in realtà è meglio NON stimolare i ragazzi alla riflessione, ma lasciare che la tecnica agisca in modo autonomo. Questa, infatti, si basa sullo stratagemma “Solcare il mare ALL’INSAPUTA del cielo”: è importante quindi che agisca “sotto traccia”.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento!
Alberto
P.S.: se ti fa piacere approfondire questa e tante altre tecniche del modello di Problem Solving Strategico (del prof. Giorgio Nardone), puoi dare un’occhiata al nostro corso dedicato: https://www.metadidattica.com/formazione-docenti/corsi-con-bonus-500/problem-solving/