Proprio ieri ho tenuto un webinar gratuito sulla Gestione dello stress: soprattutto in questo periodo dell’anno, affollato di impegni e scadenze, potremmo sentirci soverchiati da sensazioni poco piacevoli, affacciandoci in un vortice vizioso che di certo non ci aiuta a lavorare con soddisfazione.

In occasione del webinar ho condiviso diverse strategie utili nel breve e nel lungo termine, in grado di ridurre i livelli di stress e, quindi, di farci stare meglio.

Ma quand’è che queste strategie non risultano più sufficienti e dovremmo valutare la possibilità di farci supportare da un professionista preparato?

Scopriamolo insieme in questo articolo…

Stress, ansia, paure, mancanza di motivazione, disturbi del sonno, depressione, ecc.

A volte utilizziamo queste espressioni per definire semplici momenti di difficoltà (professionale e/o personale), altre volte invece ci troviamo di fronte a vere e proprie situazioni problematiche, di esclusiva competenza della psicoterapia.

Nel primo caso possiamo agire da autodidatti, applicando qualche buon consiglio ricevuto dagli amici, utilizzando strategie lette su questo blog o su un libro…

A volte agire in autonomia non basta: allora possiamo per esempio chiedere supporto ad un coach scolastico, per sviluppare il nostro potenziale e riuscire a lavorare con più soddisfazione.

Nel secondo caso descritto sopra, quando cioè provare a farcela da soli o con l’aiuto di un Coach non basta, rivolgersi ad uno psicoterapeuta può davvero fare la differenza. Possiamo accorgerci di trovarci in questa seconda situazione basandoci su due indizi:

  • la situazione problematica risulta essere invalidante: non ci consente cioè di vivere la nostra vita personale e professionale in modo sereno, influenzando il normale svolgimento delle nostre azioni;
  • il problema è pervasivo: questo vuol dire che impatta non soltanto un ambito, ma coinvolge diversi aspetti della nostra vita (personale e professionale).

Nel caso in cui dovessimo veder insorgere una o entrambe queste condizioni, sarebbe davvero consigliato rivolgerci ad uno psicoterapeuta. Nella nostra cultura, affidarsi ad una figura professionale come quella citata non è sempre così scontato: a volte ci si potrebbe sentire “sbagliati”, “malati”, “pazzi”… ma come mai se dovessimo avvertire un problema al ginocchio non avremmo nessun timore a rivolgerci ad un ortopedico, mentre nel caso in cui dovessimo trovarci in affanno psicologico non faremmo altrettanto con uno psicoterapeuta? È un vero peccato!

Personalmente non avrei dubbi nel consigliare la Psicoterapia Breve Strategica del prof. Giorgio Nardone: in Italia ci sono moltissimi psicoterapeuti autorizzati. Sul modello terapeutico sento di poter mettere la mano sul fuoco; per quanto riguarda la scelta del professionista, questa si basa molto sulla propria sensibilità e sul feeling che si instaura con la persona.

Personalmente, nel caso in cui non riuscissi a scegliere se rivolgermi o meno ad uno psicoterapeuta, mi toglierei ogni dubbio prendendo un primo appuntamento: in fondo, cosa avrei da perdere se non un pochino di denaro (ben investito!) e uno o due orette del mio tempo?

Rimandare, mettere la testa nella sabbia o “raccontarcela bene” potrebbe farci rischiare un burnout evitabile. Perché rischiare?

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  1. Stefania Carrapa 27 Maggio 2018 at 9:16 - Reply

    Trovo che oggi molto spesso lo stress diventi invalidante. Quando si dorme poco è si perde l’entusiasmo è il momento di chiedere aiuto.
    Agli studenti può accadere la stessa situazione.

  2. Lidia 27 Maggio 2018 at 9:17 - Reply

    Ottimo consiglio, ben proposto

  3. Emanuela 27 Maggio 2018 at 10:57 - Reply

    Ottimo articolo…la nostra salute é importante, soprattutto quella “mentale”, perché se ne vedono troppe di immagini in tv di docenti che perdono il controllo e adottano atteggiamenti inadeguati e repressivi nei confronti dei propri alunni…bisogna guardarsi dentro e, se c’è una difficolta’, accettare di farsi aiutare da professionisti, per non rischiare di fare del male a noi stessi ma soprattutto ai nostri alunni…

  4. Anna 27 Maggio 2018 at 19:05 - Reply

    Accidenti quanto è vero! Ma la spesa può diventare consistente e per di più le patologie da stress-lavoro-correlato non sono considerate malattie professionali e dunque le spese non sono rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale. Dunque che fare? Magari si potesse utilizzare il bonus docenti!!!!
    Personalmente sono quasi a fine carriera e con i nuovi traguardi imposti dalle normative previdenziali il percorso si fa sempre più faticoso e accidentato.
    Chi non può permettersi di sostenere questa spesa finisce a soccombere!