Ultimamente sempre più Insegnanti mi richiedono supporto attraverso sessioni individuali di Coaching Scolastico; e sempre più spesso, dopo aver analizzato approfonditamente i problemi lamentati, mi accorgo che la difficoltà più grande può essere ricondotta all’incapacità di comunicare (agli altri e a noi stessi) adeguati livelli di leadership: ecco che gli Studenti se ne approfittano, i Colleghi ci danno contro o non tengono in considerazione le nostre proposte, il Dirigente Scolastico pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo, i Genitori si permettono di sindacare le nostre scelte didattico-educative…


Cosa fare allora perché gli altri comincino a portarci più rispetto?

Di certo non esiste nessuna bacchetta magica, ma qualcosa di molto importante possiamo farlo! Continua a leggere per scoprire una delle indicazioni più significative che do a chi si rivolge a me con tali difficoltà…

Una delle attività che più di ogni altra riesce a trasmettere agli altri il nostro valore, nonché a rinforzare i nostri livelli di resilienza emotiva, è il chiedere e ricevere “correttamente” feedback.

Potrebbe sembrare controintuitivo: “…ma come? Ho difficoltà a farmi rispettare da quella persona e le chiedo se dal suo punto di vista vado bene?!” Proprio così!

Quali sono i meta-messaggi dietro ad una nostra richiesta di feedback? In altre parole, cosa comunichiamo indirettamente quando chiediamo a qualcuno un suo parere su di noi/sul nostro lavoro?

  • Sono una persona attenta alla propria crescita personale;
  • nonostante le difficoltà relazionali tra di noi, non covo risentimento;
  • sono capace di imparare da chiunque;
  • ho una buona apertura mentale;
  • ti stimo;
  • non ho paura a mettere a nudo eventuali mie debolezze;
  • non ho nulla da nascondere;
  • sono resiliente.

Ovviamente tutti questi messaggi, che possono aiutarci a far crescere la considerazione che gli altri hanno di noi, decadrebbero se reagissimo “male” ai feedback più “pungenti” o che meno sentiamo di meritare.

Maggiori sono i nostri livelli di reazione, minore sarà la considerazione che gli altri avranno di noi: ogni volta che finiamo nella nostra zona di panico, confermiamo agli altri che i nostri livelli di sicurezza sono labili e precari. Una persona solida e sicura di sé non scatta come una molla, non reagisce in modo aggressivo, non ha necessità di puntualizzare ogni cosa, non deve avere per forza l’ultima parola. Pensaci, quand’è che facciamo tutte queste cose? Proprio quando ci sentiamo più “minacciati” o “allo scoperto”.

Di certo non ci basterà schioccare le dita per cominciare ad essere i professionisti (e le persone) più resilienti e sicure di questo mondo, ma un passo significativo possiamo compierlo imparando a chiedere feedback, ricevendoli con apertura, serenità e gratitudine.

E poi, quale periodo migliore di questo per andare a caccia di feedback? I migliori Docenti (e qui esprimo un mio parere personale) sono coloro che chiedono ai propri Studenti cosa hanno apprezzato dell’anno scolastico trascorso insieme e cosa invece avrebbero migliorato, quelli che interpellano i propri Colleghi per valutare come poter collaborare meglio con loro, quelli che desiderano (e pretendono) che il proprio Dirigente li valuti, quelli che non aspettano che i Genitori arrivino a lamentarsi di qualcosa, ma che li convocano per chiedere suggerimenti e pareri.

Credo fermamente nel potere e nell’importanza del buon feedback (ben dato e ben ricevuto): è forse lo strumento di crescita personale più prezioso.

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  1. MARGHERITA 3 Giugno 2015 at 8:47 - Reply

    Bellissimi e preziosi, ho letto i feed-back degli alunni, i primi e forse gli unici che per adesso mi interessano, denominatore comune per ognuno di loro verso gli insegnanti: rispetto ed entusiasmo, li condivido e diventeranno un promemoria costante per me. grazie!