“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”.
(Pennac D., 2008)
Quando un insegnante si trova di fronte ad un gruppo classe sta di fatto interagendo con alunni diversi, dotati di molteplici caratteristiche cognitive, e ognuno dei quali avente un proprio temperamento e dei propri interessi di cui è fondamentale tenere conto nel processo di insegnamento/apprendimento.
Ogni studente, così come ogni persona, presenta un proprio funzionamento, dei punti di forza e di debolezza, uno stile di apprendimento prevalente ed uno stile cognitivo che ne influenzano le modalità di studio e di apprendimento più efficaci, tanto più se parliamo di studenti DSA, per i quali le discrepanze sono più evidenti e marcate.
È importantissimo che gli alunni sviluppino una consapevolezza dei propri processi cognitivi e di apprendimento per vivere la scuola con maggiore serenità, come un contesto in cui sperimentarsi e conoscersi, per sviluppare un approccio allo studio e alla conoscenza che sia più efficiente ed efficace possibile, che porti ad apprendimenti significativi. È fondamentale anche per potenziare le proprie capacità, per essere più sicuri e motivati.
Nel presente articolo ci occuperemo di fare chiarezza sugli stili cognitivi e gli stili di apprendimento che, a volte, erroneamente vengono utilizzati come sinonimi: capiremo come è possibile misurarli e perché sono così importanti per i nostri studenti, in particolare per quelli con disturbo specifico.
Stili cognitivi
Per stile cognitivo s’intende la “modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi” (Boscolo, 1981).
Dalla suddetta definizione possiamo dunque estrapolare che lo stilo cognitivo consiste nella modalità preferenziale di conoscere il mondo e che si tratta di una tendenza costante degli individui.
In particolare possiamo distinguere i seguenti stili cognitivi:
- Stile globale vs Stile analitico
Nel primo caso viene privilegiata la visione di insieme con una tendenza a focalizzarsi quindi sugli aspetti generali, mentre nel secondo si privilegia la percezione dei dettagli.
- Stile dipendente dal campo vs Stile indipendente dal campo
Nel primo caso la percezione risulta essere fortemente influenzata dall’organizzazione del contesto, mentre nel secondo ne risulta più autonoma.
- Stile sistematico vs stile intuitivo
Il primo è caratterizzato da un modo di procedere per gradi o piccoli passi, lentamente, analizzando tutte le possibili variabili, mentre il secondo ha un modo di procedere basato principalmente sulla formulazione di ipotesi globali che cerca di confutare o confermare, arrivando dunque alla soluzione per prove ed errori.
- Stile convergente vs stile divergente
Distinzione relativa alla modalità di pensiero maggiormente sviluppata e quindi alle tipologie di risposte prodotte.
Nel primo caso domina un pensiero di tipo lineare e convenzionale, mentre nel secondo domina il pensiero creativo che immagina e produce soluzioni nuove, alternative a quelle convenzionali.
- Stile impulsivo vs stile riflessivo
Il primo è caratterizzato da tempi decisionali brevi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo, mentre il secondo risulta caratterizzato da tempi decisionali più lunghi e maggiore accuratezza.
- Stile visuale vs stile verbale
Nel primo caso possiamo notare una predilezione per gli stimoli visivi, mentre nel secondo si tende a privilegiare il codice linguistico, orale o scritto.
Stile di apprendimento
Per stile di apprendimento invece s’intende “l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni” (Mariani, 2000)
Gli individui, e quindi anche gli studenti, apprendono in maniera diversa in base alle modalità e alle strategie con cui ciascuno elabora le informazioni, partendo dai canali sensoriali che si preferiscono e prediligono.
Su questa base, si possono distinguere quattro principali gruppi:
- Visivo verbale: predilige la letto-scrittura, è il canale finora maggiormente utilizzato nel contesto scolastico. Concretamente si impara leggendo.
- Visivo iconografico: preferenza per immagini, disegni, fotografie, simboli, mappe concettuali, grafici e diagrammi. Concretamente: tutto ciò che riguarda il visual learning.
- Uditivo: preferenza per l’ascolto. Concretamente: s’impara maggiormente assistendo e ascoltando una lezione;.
- Cinestetico: preferenza per attività pratiche. Concretamente: si impara facendo (learning by doing).
Un approccio metacognitivo dunque può fare la differenza per tutti e in particolare per gli studenti con DSA che, a causa delle loro difficoltà specifiche, in classe sembrano annoiati, passivi e disinteressati, e che sperimentano un forte senso di inadeguatezza verso la scuola, il quale rischia di condurre verso l’insuccesso e l’abbandono scolastico.
Nel contesto scolastico è fondamentale rendere gli studenti consapevoli dei propri processi cognitivi e di apprendimento, dei propri punti di forza e di debolezza, perché ciò gli permette di sviluppare un metodo di studio efficace, efficiente, capace di abbattere e superare gli ostacoli. Tale consapevolezza inoltre può aiutarli a capire che il loro senso di inadeguatezza non è dovuto a incapacità o mancanza di intelligenza, ma semplicemente a metodi di studio che non sono in linea con i propri stili, pertanto è fondamentale lavorare sui concetti di stile cognitivo e stile di apprendimento in classe. Gli stili possono essere indagati, oltre che attraverso il dialogo con gli studenti e l’osservazione, anche con appositi strumenti, come questionari carta e matita molto semplici che i ragazzi possono compilare in classe.
Risulta infine altrettanto fondamentale per la riuscita del processo d’apprendimento, che l’insegnante tenga conto dello stile di apprendimento dello studente, valorizzandolo attraverso proposte di attività varie, favorendo l’uso delle strategie più congeniali per gli alunni. A tal fine si consiglia l’utilizzo di strategie didattiche flessibili, finalizzate a coinvolgere tutti gli stili, che permettano ad ognuno di sfruttare questi propri punti di forza, ma anche di sperimentare e potenziare gli stili meno usati.
Articolo di Alessandra Petrella
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Articolo molto interessante! Grazie. Qualche tempo fa avevo seguito una diretta con Alessandra Petrella e Jacopo Lubich sui DSA, in cui si parlava di “UNA didattica” . Dove posso trovare approfondimenti in proposito?
Ciao Carla, grazie del tuo commento.
Con Alessandra abbiamo fatto tre dirette su U.N.A. didattica. Stiamo completando il corso per docenti, ci manca poco 😉
Puoi trovarli qui:
https://www.youtube.com/watch?v=hHTCa8Ntk1Y&t=9s
https://www.youtube.com/watch?v=mowGCvCNACk&t=52s
https://www.youtube.com/watch?v=WdlAIcxMx6Y&t=985s
Buona visione!
Bene! Grazie mille!