Qualche giorno fa mi è capitato di riflettere sull’esigenza di “dire le cose come stanno”: questa necessità è molto diffusa, soprattutto nelle Organizzazioni dove le relazioni diventano una forte complessità da gestire.

Talvolta a Scuola diventa un’urgenza sfogarsi: questo accade quando i livelli di stress superano una certa soglia, portandoci talmente fuori dalla nostra zona di comfort da farci finire in quella di panico.

Potremmo incappare quindi nella voglia di sfogarci con un Collega insistente, con una Classe irrispettosa o con un Genitore invadente.

Ma siamo sicuri che dire le cose come stanno sia sempre utile?

Ponendomi questa domanda, mi è venuta in mente un’analogia: credo fermamente che dire le cose come stanno sia come fare una puzzetta. Ebbene sì! Dare sfogo all’urgenza di rimettere i puntini sulle “i” o di comunicare in modo netto ed inequivocabile il nostro punto di vista a chi non vuole saperne di rispettarlo, comporta una serie di conseguenze, paragonabili a quelle generate da un meteorismo.

Nessuno può dire che lasciare andare un po’ di gas intestinale sia sbagliato, ma credo che tutti possano essere d’accordo sull’affermare che ci sono momenti e contesti dove farlo risulterebbe inappropriato.

La stessa cosa vale per gli sfoghi che ogni tanto avvertiamo l’esigenza di concederci: magari di fronte all’ennesimo tentativo di un Genitore di dirci come dovremmo lavorare; oppure quando un Collega ci chiama inaspettatamente in causa davanti a tutti durante una riunione; o ancora di fronte a quella Classe che non vuole sapere di rispettare le regole base.

Tirare fuori il rospo è una sensazione quasi fisica (come quegli impertinenti movimenti intestinali…): guidati da una sorta di senso di giustizia o, chissà, da una leggera voglia di “vendetta”, ci piacerebbe proprio urlargliene in faccia quattro.

A volte siamo talmente bravi, che l’incapacità di trattenerci ce la raccontiamo come se fosse una nostra qualità: “Io le cose preferisco dirle in faccia. Se penso una cosa io la dico, credo sia giusto!”.

Facciamoci la domanda: qual è il nostro obiettivo? Ci interessa soltanto sfogarci, oppure ci farebbe piacere avere qualche possibilità di generare un cambiamento nella/e persona/e che abbiamo di fronte? Nel primo caso mollare la puzzetta può essere sicuramente la cosa più naturale; se invece ci interessa ottenere qualcosa di più, dare sfogo alle proprie pulsioni potrebbe peggiorare la situazione!

E se poi la preoccupazione è quella di accumulare gas intestinale non concedendosi mai una sfogo, ricordiamoci che esiste sempre il carbone vegetale. Per esempio, saper utilizzare la comunicazione strategica ci aiuta a sentirci meglio, da subito.

E tu che ne pensi?


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