Si sa, la comunicazione a Scuola è ovunque: in classe con i nostri Studenti, nei corridoi e in riunione con i Colleghi, nei continui confronti con i Genitori.
Per ottenere buoni risultati (ed evitare problemi) è necessario dedicare la massima attenzione al nostro modo di rapportarci agli altri: non basta essere efficaci ed efficienti, è doveroso prestare la massima cura anche all’eleganza dei nostri scambi.
Ovviamente non ci riferiamo al nostro modo di vestire o a questioni meramente estetiche, ma a quanto il nostro modo di comunicare risulterà “gradevole” per le persone coinvolte. Ma andiamo con ordine…
L’efficacia comunicativa “misura” quanto il mio stile di comunicazione è in grado di raggiungere l’obiettivo che mi sono posto; il presupposto in questo caso è che io almeno un obiettivo me lo sia posto. Questo passaggio viene molto spesso sottovalutato o dato per scontato.
L’efficienza comunicativa misura invece i “costi” necessari per ottenere i risultati citati nel punto precedente: quante più risorse mi occorreranno, tanto minore sarà la mia efficienza. Di quanto tempo ho bisogno per ottenere i risultati sperati? Quante energie ho dovuto “consumare”? Quali “sollecitazioni” hanno subìto le relazioni?
L’eleganza comunicativa/comportamentale riguarda le sensazioni che il nostro modo di comunicare evoca negli altri (e in noi stessi): maggiore sarà l’agio e il benessere, maggiori i livelli di eleganza.
Facciamo un esempio: ipotizziamo che io debba comunicare ad un Genitore l’esigenza di sottoporre il proprio figlio ad accertamenti più approfonditi, per verificare eventuali Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Potrei dire: “Signora, suo figlio ha gravi e ricorrenti difficoltà di attenzione in classe. È opportuno richiedere la visita di uno specialista”. In questo caso, se l’obiettivo era quello di “informare” il genitore, possiamo definire questo scambio efficace ed efficiente, ma i livelli di eleganza potrebbero invece lasciare molto a desiderare.
E se l’obiettivo fosse quello di stimolare i Genitori a cambiare prospettiva, in modo da prendere in considerazione un accertamento specialistico?
In questo caso, la scarsa eleganza genererà probabilmente anche una riduzione dell’efficacia (i nostri interlocutori non saranno portati a seguire i nostri consigli) e, quindi, dell’efficienza (con molta probabilità dovremmo tornare nuovamente sull’argomento).
Come fare quindi a raggiungere buoni livelli di efficacia, efficienza ed eleganza? Noi di MetaDidattica invitiamo ad approfondire il tema della Comunicazione Strategica: una tecnologia messa a punto a partire dal Dialogo Strategico ® del prof. Giorgio Nardone. Se ti va di approfondire l’argomento, clicca qui o scrivici su info@metadidattica.com
Buongiorno Alberto, personalmente ho potuto apprezzare i risultati di una comunicazione elegante, oltre che in diversi contesti relazionali, soprattutto nei rapporti con i genitori e ciò mi ha permesso di instaurare forme di collaborazione attiva con le famiglie dei bambini con difficoltà, I quali, a mio giudizio, non hanno bisogno di “romanzine” o “sermoni” su quanto sarebbe utile provvedere ad interventi specifici, ma hanno bisogno di sentirsi accolti, ascoltati e sostenuti. Poter utilizzare una tecnica efficace come la “comunicazione strategica” mi ha permesso di entrare in “comunicazione CON l’altro” e non solo di “comunicare ALL’altro”. BUONA DOMENICA 🙂
Grazie per la tua testimonianza, Teresa! Come sempre, precisa e stimolante… alla prossima occasione formativa! 🙂