Fin da quando ho iniziato a lavorare in questo settore, la parola “tecniche” ha contraddistinto i miei studi, le mie attività e i confronti con colleghi e corsisti.
In fondo parlare di tecniche seduce, fa sembrare tutto semplice, in una spirale riduzionista che ha sempre destato in me parecchi dubbi. Anch’io ho spesso usato questo termine, inizialmente per attrarre l’attenzione di chi poggiava fugacemente gli occhi su programmi didattici o qui sul blog.
Da quando invece ho iniziato ad approfondire l’uso dell’approccio breve strategico del prof. Nardone, che seguo da più di sei anni ormai, il significato che posso attribuire alla parola “tecnica” ha tutto un altro spessore; ciascuno di questi ritrovati strategici, infatti, punta a raggiungere due diverse tipologie di obiettivo: di ricerca e d’intervento.
L’approccio breve strategico, sul quale si fonda buona parte del lavoro di MetaDidattica, ci aiuta quando siamo di fronte ad un processo “bloccato o poco performante”: pensiamo ad esempio ad uno Studente che non riesce ad individuare un metodo di studio efficace ed efficiente, oppure ad un gruppo Classe che presenta comportamenti poco funzionali, un Consiglio di classe che si dilunga in riunione o un colloquio con un Genitore che fatica a generare sinergie.
Ecco, in ognuna di queste occasioni, come in tutte le altre dove i risultati ottenuti sono inferiori a quelli attesi o auspicabili, poter contare su un metodo rigoroso ma flessibile è una vera e propria “mano santa”. Provando a spiegare in pochi semplici passaggi il nostro modo di intervenire, abbiamo individuati i seguenti passaggi:
- raccogliere quante più informazioni è possibile;
- conoscere il funzionamento del problema che si intende superare;
- introdurre piccoli cambiamenti all’interno del sistema;
- monitorare gli effetti generati da questi cambiamenti;
- adattare la strategia per promuovere un cambiamento significativo.
Le tecniche che MetaDidattica propone sono compatibili con questa metodologia; sono infatti studiate per raggiungere due diverse tipologie di obiettivi, quando applicate: da un lato consentono di raccogliere ulteriori interessanti informazioni (obiettivi di ricerca), dall’altro ci aiutano ad introdurre piccoli cambiamenti nel sistema (obiettivi di intervento).
Facciamo un esempio concreto: hai presente la tecnica del come peggiorare, di cui abbiamo parlato diverse volte? Be’, questa tecnica ci consente di raggiungere obiettivi di ricerca, facendoci scoprire tentate soluzioni a cui non avremmo altrimenti pensato; inoltre ci fa provare avversione verso tali tentate soluzioni, introducendo un sentire diverso che promuoverà un cambiamento (obiettivo di intervento).
In occasione del corso di Tecniche di Coaching, studieremo nel dettaglio ben 24 tecniche, approfondendone gli obiettivi (di ricerca e di intervento), le condizioni necessarie all’applicazione (quando farne uso e quando no), nonché le istruzioni per “lanciare” ciascuna tecnica. Se ti va di partecipare, contattaci!