Qualche giorno fa ero in cammino con un gruppo di nove persone, per una giornata di Team Walking & Working. Lungo il nostro percorso sui colli Euganei, mi sono imbattuto nel cartello stradale che vedi nella foto; oltre a mettere in guardia gli automobilisti dal pericolo, chiede quanto segue: “È obbligatorio azionare l’avvisatore acustico prima delle curve”.
Mi ha colpito molto: mi era sempre capitato di vedere cartelli stradali con indicazioni contrarie! Eppure, in questo caso, il codice della strada sembra dimostrare, per così dire, una flessibilità inaspettata. Addirittura obbliga a mettere in atto un comportamento che solitamente viene “sconsigliato”.
Ho subito pensato alle regole che “proponiamo” ai Ragazzi a Scuola: quanti comportamenti, di norma vietati, potrebbero essere permessi (o addirittura consigliati) in contesti differenti da quelli di classe?
In parte ne avevamo parlato in questo vecchio articolo sul blog: anziché assolutizzare i divieti, può essere utile responsabilizzare gli Studenti sulla qualità dei comportamenti: questi non sono giusti o sbagliati in sé, ma funzionali o disfunzionali a seconda del contesto e del momento. E voi che ne dite?
Penso all’uso del cellulare in classe… che strumento straordinario se usato in modo funzionale alla didattica nel momento del bisogno! Per esempio per le mie classi delle medie sono stati acquistati dalla scuola dei dizionari di inglese. È utile e doveroso che i ragazzi sappiano usare il dizionario, ma nel bel mezzo di un’attività di pochi minuti la necessità di tradurre e ascoltare una parola in inglese sarebbe risolta in modo più che ottimale con un clic, e i ragazzi possono pure ascoltare e ripetere la pronuncia corretta. Il divieto assoluto in alcuni casi è, in effetti, disfunzionale. Le regole sono sempre state un problema per me in classe , anche perché una regola dovrebbe prevede una sanzione quando viene infranta. Mi piace l’idea di pensare in maniera di comportamenti funzionali o disfunzionali anziché giusti o sbagliati. Grazie Alberto!
Grazie Alberto! Hai toccato un argomento che mi sta molto a cuore! Nel leggere questo articolo ho ripensato ad un testo molto molto interessante di Gianluca Daffi ( “Così impari. Guida alla severità intelligente per genitori e insegnanti”, ed. Erickson) che parla dell’importanza di portare i ragazzi a costruire, anzi a conquistare, una “competenza etica” come rispetto intelligente delle regole, quindi ben oltre la semplice ubbidienza a regole imposte, ma la capacità di scegliere comportamenti adeguati al contesto, nel rispetto di valori condivisi. Nel testo vengono riportati svariati esempi di come una regola valida in una situazione diventi discutibile in un’altra, lo stesso comportamento quindi può essere funzionale o disfunzionale a seconda del contesto. Nel libro, oltre a spunti di riflessione stimolanti, vengono fornite molte indicazioni utili per cercare di essere adulti amorevolmente severi. Viene citata anche una frase di Montanelli che mi ha colpito: “Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo ad ogni cittadino di regolarsi secondo le regole”.
Miriam, Carla, grazie di cuore per i vostri spunti!!
Quando insegnavo non ho mai impedito ai miei alunni di usare il libro di testo durante le verifiche. Ritenevo che le due ore della verifica potessero diventare un momento molto intenso e produttivo di crescita, quindi l’ uso del testo, il saper cercare per risolvere i quesiti assegnati diventava un momento di studio.
E allora …nessun divieto di questo genere per la verifica di matematica